Sebbene impegnato nell’uscita del mio secondo romanzo “L’ala rossa del drago”, ho avuto modo di riflettere su quale argomento avrei affrontato in questo 2024. Alla fine ho optato per parlare di fitoterapici già citati, ma da un altro punto di vista. Come, ormai, ben sapete i fitoterapici sono dei complessi. Ovvero, hanno all’interno una quantità notevole di molecole che ne aumentano, sinergizzano, diversificano l’effetto. È noto che la droga ricavata da una pianta, o da parte di essa, ha vari effetti fisiologici ed applicazioni. Per citare un esempio, l’Equiseto, una pianta che uso nella mia pratica clinica, presenta queste applicazioni farmacologiche: nelle ematurie e nelle ipodiuresi associate a dismetabolie elettrolitiche, cioè ha un’azione diuretica dovuta principalmente ai flavonoidi. Nelle patologie del tessuto connettivo. Negli stati infiammatori perirenali e vascolari, cioè ha azione antinfiammatoria mirata, nelle carenze minerali e negli squilibri dell’incorporazione del calcio, cioè un effetto remineralizzante (1).
Questo esempio mi serviva per ribadire il concetto di pluriterapeuticità dei fitocomplessi; ma non è di questo fitoterapico che volevo parlarvi, bensì di un’altra pianta che, anche questa, rientra nella mia pratica clinica: la Scutellaria. Quindi quest’anno parlerò di diversi effetti delle droghe utilizzate in odontoiatria. La Scutellaria è una delle piante facenti parte del mio protocollo elaborato per i pazienti odontofobici, ha una azione quasi immediata e, per questo motivo, l’ho scelta dopo differenti approcci con altre piante. Andando alla ricerca della bibliografia per scrivere l’articolo sul protocollo per pazienti odontofobici, mi sono imbattuto in articoli interessanti che ne esaltavano proprietà che non mi sarei mai immaginato. Ho piacevolmente scoperto che un suo flavonoide può avere effetti interessanti sulla malattia parodontale; e che di articoli al riguardo Pub Med ne abbondava.
Vediamo ora di scoprire cosa hanno scritto e rilevato gli autori di questi articoli, scoprendo poi che: i loro risultati ci porteranno rivalutare una serie di articoli che ho scritto non molto tempo fa su queste pagine. Possiamo già fare un quadro dell’effetto interessantissimo che questa pianta ha a livello parodontale, sul quale potremmo al fine fare delle interessanti considerazioni. Tutti gli articoli citati ci portano ad una considerazione: la cura della parodontite che, solitamente in igiene orale, viene contrastata con dosi massive di antibatterici, tra l’atro a base di cloro, che non ha nessun potere anti-infiammatorio e che è tossico; forse dovrebbe cambiare approccio. È chiaro dagli articoli sopra citati che l’infiammazione è il problema principale della malattia parodontale. Come potrete verificare, avevo già dato ampio risalto a questo problema negli articoli precedenti, ed oggi torniamo sull’argomento indirettamente; ma ciò che si evince è indubbiamente che l’infiammazione è il problema numero uno. Guarda caso tutti gli articoli portano ad esaltare il potere anti-infiammatorio della Scutellaria, sui vari elementi della cascata infiammatoria e sulle sue singole molecole. Credo che questo ci debba far riflettere su gli antichi protocolli ancora in auge. Forse è ora di ragionare sulla fisiologia, ma soprattutto sui processi fisico chimici che la caratterizzano. Sono convinto che l’approccio da sostenere, in questo caso ma anche in molti altri, debba essere rivoluzionato o ci troveremo presto in cul-de-sac dal quale faremo fatica ad uscire. Come sempre i miei articoli vogliono essere solo un punto di riflessione e spunto.
Revisione articoli
1
Un’interessante review del 2018, effettuata introducendo le parole “Baicalina, malattia parodontale e gengiva”, ha descritto la Baicalina come un flavone bioattivo estratto dalla radice cruda secca di Scutellaria baicalensis, con azioni farmaceutiche antinfiammatorie, antiossidanti, antitumorali, antivirus e così via. Descrivendo anche le proprietà farmacologiche e i meccanismi d’azione della baicalina per il trattamento della malattia parodontale. Questi si concentrano principalmente su cinque aspetti: effetto antibatterico sui presunti batteri parodontopatici, effetto protettivo sui tessuti parodontali, effetto regolatore sui mediatori proinfiammatori e sulle metalloproteinasi della matrice ed effetto regolatore sulla risposta immunitaria innata. Conclusioni: è stato dimostrato che la Baicalina possiede molteplici attività farmacologiche verso i tessuti parodontali. Tuttavia, i suoi meccanismi non sono stati completamente definiti. Sono necessarie ulteriori ricerche per fornire maggiori prove scientifiche per il trattamento clinico parodontale(2). Giusta e scientifica conclusione della review.
2
Un altro articolo interessante sulla Scutellaria verte sui livelli di citochine contenute nel tessuto parodotale infiammato da parodontite indotta. I risultati descrivono che: il riassorbimento osseo alveolare era statisticamente inferiore nel gruppo Scutellaria Baicalensis rispetto al gruppo legato. La Scutellaria Baicalens ha inibito la demineralizzazione del cemento. Inoltre, la Scutellaria B. ha ridotto la produzione dell’espressione dell’mRNA delle citochine IL-1ß, 6, -8 e TNF-α nei tessuti gengivali.
Conclusione: questi risultati suggeriscono che la Scutellaria B. ha mostrato effetti migliorativi nella parodontite indotta dalla legatura mediante l’inibizione dell’espressione delle citochine infiammatorie(3).
3
Possiamo, ancora, considerare questo nuovissimo articolo comparso su J. Ethnopharmacol. 2023 a gennaio che cita: la malattia parodontale è una malattia infiammatoria complessa che colpisce gravemente la vita delle persone. La Scutellaria radix (SR) è tradizionalmente utilizzata come medicina popolare per eliminare il calore e l’umidità, eliminare il fuoco e disintossicarsi (bellissima questa descrizione di medicina popolare dove si definisce lo stato patologico come calore e umidita, che mai mi sarei aspettato di trovare in un articolo scientifico). Sebbene la Scutellaria sia stata ampiamente utilizzata come pianta medicinale per trattare una varietà di malattie infiammatorie, l’efficacia e il principio attivo per la somministrazione topica nel trattamento della parodontite sono sconosciuti.
Scopo dello studio: Lo scopo di questo studio era quello di selezionare e convalidare i principi attivi in radice di Scutellaria per la prevenzione e il trattamento della parodontite.
Risultati: la radice di Scutellaria ha una buona efficacia nel trattamento topico della parodontite, secondo esperimenti su animali. Sono stati selezionati cinque principi attivi e la loro attività antinfiammatoria è stata confermata in vitro.
Conclusione: sono stati individuati i principali composti attivi nel trattamento della parodontite mediante somministrazione topica di radice di Scutellaria e ciò fornisce una base sperimentale per ulteriori studi sulla base materiale farmacodinamica della radice di Scutellaria, nonché un riferimento per la valutazione completa della qualità della radice di Scutellaria e lo sviluppo di risorse sostitutive (4). Lo studio mi sembra essere interessante sia nel metodo che nei materiali utilizzati.
4
L’oggetto di questa ricerca pubblicata su Journal of Periodontal Research ove oggetto è ancora il flavonoide Baicalina. Lo scopo di questo studio era di testare la capacità della baicalina di influenzare la progressione della parodontite sperimentale nei ratti, nonché l’espressione della cicloossigenasi-2 (la COX-2, è un enzima che viene prodotto solo occasionalmente e solo nelle cellule coinvolte nella risposta infiammatoria o immunitaria. Causa dolore e gonfiore in risposta ad un danno fisico o ad una infezione, aumenta la permeabilità delle pareti dei vasi sanguigni e fa giungere le cellule del sistema immunitario al tessuto danneggiato) e dell’ossido nitrico sintasi inducibile (Nelle cellule animali ci sono tre enzimi che producono ossido nitrico per le diverse funzioni, e sono chiamati ossido nitrico sintasi (NOS) neuronale, endoteliale e inducibile.
La NOS neuronale e la NOS endoteliale producono continuamente NO a bassa concentrazione che agisce rispettivamente come neurotrasmettitore e come vasodilatatore.
La NOS inducibile produce maggiori quantità di NO che risultano tossiche e servono per combattere i patogeni). Risultati: i gruppi trattati con Baicalina hanno presentato una perdita di osso alveolare inferiore rispetto a quella del gruppo con legatura, raggiungendo la significatività statistica alla dose di 200 mg/kg. La frazione superficiale delle fibre di collagene era ragguardevolmente più alta nel gruppo trattato con baicalina, rispetto al gruppo trattato con legatura. Il trattamento con Baicalin ha significativamente sotto-regolato l’espressione proteica della cicloossigenasi-2 e dell’ossido nitrico sintasi inducibile, rispetto al gruppo della legatura.
Conclusione: Baicalin protegge dal danno tissutale nella parodontite indotta da legature nei ratti, che potrebbe essere mediato, in parte, dal suo effetto inibitorio sull’espressione della ciclossigenasi-2 e dell’ossido nitrico sintasi inducibile. Queste attività potrebbero supportare la continua ricerca sulla Baicalina come potenziale agente terapeutico nella malattia parodontale (5).
5
Questa caratteristica importante della Baicalina si sta sempre più delineando e l’articolo seguente sembra confermarlo. In fatti l’articolo su BMC Complement Med Theraphy cita: La bacaleina è un flavonoide estratto dalla Scutellaria baicalensis dalle promettenti proprietà antinfiammatorie. Questo studio mira a chiarire gli effetti antinfiammatori e osteogenici della baicaleina nelle cellule del legamento parodontale trattate con lipopolisaccaridi (LPS). Conclusioni: Nonostante i limiti dello studio, forniamo prove in vitro che la Baicalina migliora la risposta infiammatoria e ripristina l’osteogenesi nelle cellule del legamento parodontale trattati con lipopolisaccaridi, indicando il suo potenziale utilizzo come modulatore della risposta dell’ospite per la gestione della parodontite(6).
Visto da un’ulteriore punto di vista quest’altro articolo ci prospetta un’azione interessante: La Baicalina è un composto flavonoide purificato dalla pianta medicinale Scutellaria baicalensis Georgi ed è stato segnalato che possiede attività antinfiammatoria attraverso la sua capacità di complessarsi con le chemochine e quindi riduce la capacità delle chemochine di legarsi e attivare i loro recettori. Nel presente studio, abbiamo studiato se la baicalina potesse bloccare la degranulazione (la degranulazione consiste nel rilascio all’esterno della cellula del contenuto dei granuli intracitoplasmatici.) dei leucociti polimorfonucleati (PMN) indotta dall’interleuchina (IL)-8, una chemochina CXC. I risultati hanno mostrato che IL-8 potrebbe indurre in modo significativo il rilascio di MMP-8 dai PMN, e la sua attività induttiva era dipendente dalla concentrazione. Ma quando trattati con varie concentrazioni di baicalina, la quantità di rilascio di MMP-8 dai PMN è diminuita significativamente. Il presente studio conclude che la baicalina potrebbe bloccare il rilascio di MMP-8 dai PMN indotto da IL-8, il che suggerisce che potrebbe svolgere un ruolo importante nella prevenzione e nel trattamento della malattia parodontale (7).
Riportare più lavori che affrontano l’effetto di una stessa sostanza da più angolazioni ne conferma sicuramente la bontà delle ricerche. In quest’altro studio vengono indagati gli effetti della baicalina sulla produzione della proteina RANKL (RANK ligand) è una citochina appartenente alla stessa famiglia del Tumor Necrosis Factor (TNF) ed è proprio responsabile di quell’infiammazione: la molecola funziona legandosi al suo recettore (RANK, Receptor Activator of the Nuclear Factor B) e sull’espressione dell’RNA messaggero (mRNA) indotta da IL-1beta in cellule HPDL (Il gene HPDL è responsabile della produzione di una proteina dei mitocondri) in coltura.
Conclusioni: I dati suggeriscono che la baicalina può inibire l’espressione dell’mRNA di RANKL attraverso la soppressione dell’espressione di COX-2 indotta da IL-1beta. Oltre alle sue proprietà antibatteriche e antinfiammatorie, la baicalina ha dimostrato di essere efficace nella parodontite e nel riassorbimento osseo alveolare (8).