Valutare le competenze comunicative percepite dagli studenti del Corso di studio in Igiene Dentale alla luce del costrutto di intelligenza emotiva mediante una indagine conoscitiva multicentrica.
È stato preparato e distribuito un questionario a un campione di studenti afferenti a diverse sedi Universitarie di igiene dentale (Brescia, Insubria-Varese, Pavia, Siena e Torino) per l’autovalutazione dell’EI, le capacità comunicative per la motivazione del paziente e per valutare la necessità di una maggiore formazione sulle strategie di comunicazione.
In totale 110 studenti hanno completato il sondaggio. L’EI media è di 130,77, perciò gli studenti hanno una buona EI, mentre l’autogestione è il sottogruppo con il punteggio più basso. Le capacità comunicative per la motivazione del paziente, in media, sono moderate e la capacità di modificare le abitudini alimentari del paziente ha ottenuto il punteggio più basso. Inoltre, sebbene metà del campione ritenga che le lezioni dedicate alle strategie di comunicazione siano sufficienti, quasi tutti sono interessati a essere maggiormente formati.
INTRODUZIONE
L’intelligenza emotiva (EI) è stata definita per la prima volta nel 1990 da Peter Salovey e John D. Meyer come “La capacità di controllare i sentimenti ed emozioni proprie ed altrui per guidare i propri pensieri e le proprie azioni” (1).
L’EI è stata associata al successo dei professionisti sanitari, compresi quelli in campo dentale: numerosi studi hanno riportato che un punteggio di EI elevato è correlato a una migliore gestione delle relazioni con i pazienti e i colleghi, una capacità di pensiero critico più elevata, riduzione dello stress e una maggiore soddisfazione del paziente con conseguenti tassi di ritorno più alti (2-4).
In particolare, lo studio di Partido e Stafford ha riportato che i punteggi di EI sono un fattore predittivo significativo del successo, sia clinico che accademico, degli studenti di igiene dentale (5). Pertanto, l’EI risulta essere una competenza di fondamentale importanza per la formazione dell’igienista dentale al fine di potenziare la comunicazione, promuovendo una interazione positiva con il paziente e i colleghi e favorendo il benessere psicologico del professionista, al fine di migliorare la sua performance.
I quattro sottogruppi dell’intelligenza emotiva
Il modello di Daniel Goleman, il più grande divulgatore dell’EI, suddivide il suddetto costrutto in 4 sottogruppi.
- L’autoconsapevolezza: è la capacità di essere a conoscenza dei propri stati interni ed emozioni nel momento stesso in cui si presentano, individuandone anche l’origine e la conoscenza delle proprie risorse, ovvero dei propri limiti e punti di forza.
- L’autogestione: è la capacità di gestire gli stati interni e le emozioni, in particolare quelle negative, e le risorse, ovvero di promuovere una forma mentis positiva fondata sui concetti di speranza e ottimismo.
- La consapevolezza sociale: è la capacità di essere a conoscenza dei sentimenti, dei bisogni e delle preoccupazioni degli altri e quindi di essere empatici.
- La gestione delle relazioni: è la capacità di indurre risposte desiderabili, per esempio imparando a influenzare gli altri applicando tattiche efficaci di persuasione, la gestione dei conflitti e la promozione di collaborazione.
L’intelligenza emotiva e il ruolo dell’igienista dentale come professionista della prevenzione
I 4 sottogruppi che descrivono l’intelligenza emotiva sono stati contestualizzati alla professione dell’igienista dentale.
- Autoconsapevolezza: le emozioni e gli stati d’animo del professionista non entrano in modo neutro nella relazione di cura, perciò per gestire il paziente è necessario saper gestire sé stessi e per far ciò è indispensabile sviluppare innanzitutto un’ottima autoconsapevolezza.
- Autogestione: la gestione delle emozioni negative, quali rabbia, preoccupazione e tristezza, è fondamentale per il professionista perché potrebbero interferire con il livello della performance professionale. Inoltre, essere dotati delle giuste risorse interne, ottimismo e speranza, è ciò che permette a due professionisti con le stesse capacità di dare due prestazioni diverse perché sono alla base della motivazione di sé stessi.
- L’obiettivo finale di una raggiunta autoconsapevolezza e autogestione è la possibilità di lavorare nello stato di flusso, cioè di elevata concentrazione, in cui le emozioni sono incanalate e contenute al servizio della prestazione: si ha un completo controllo di sé e le difficoltà sono gestite senza sforzo perché le risposte sono altamente sincronizzate con le esigenze del momento.
Consapevolezza sociale: l’empatia è la base su cui costruire una relazione di cura solida e duratura, che sostiene il raggiungimento dell’obiettivo di promozione o rispristino della salute orale. Inoltre, serve per promuovere un ambiente lavorativo in cui i colleghi si sentono ascoltati e capiti e quindi saranno spinti a collaborare più facilmente.
Gestione delle relazioni: permette di sviluppare l’abilità di persuadere il paziente al fine di cambiare le sue abitudini. Inoltre, per lo studente in formazione, è fondamentale imparare a gestire i conflitti e a favorire il lavoro di squadra, in quanto contribuisce alla costruzione di un ambiente lavorativo in cui il benessere psicologico facilita lo sviluppo delle competenze pratiche e non.
Scopo del lavoro
L’obiettivo del presente lavoro è di valutare, nel contesto della pratica clinica, le competenze comunicative percepite dagli studenti del Corso di studio in Igiene Dentale alla luce del costrutto di EI mediante una indagine conoscitiva multicentrica.
MATERIALI E METODI
Inizialmente è stata svolta una revisione della letteratura scientifica più recente e sono stati consultati dei libri di testo necessari per l’approfondimento di tematiche quali l’intelligenza emotiva, la medicina patient-centred e le strategie comunicative utilizzate in odontoiatria (6-8) al fine di elaborare il questionario per lo studio. Tale questionario è composto da 4 sezioni. La prima sezione è composta da 5 domande a risposte chiuse relative ai dati demografici quali: l’età, il genere, la sede Universitaria, l’anno di corso attualmente frequentato e se si è già iniziata l’attività di tirocinio. Se la risposta a quest’ultima domanda è ‘’Si’’ il questionario continua con la seconda sezione, al contrario se la risposta è ‘’No’’ la compilazione viene indirizzata direttamente alla quarta sezione.
La seconda sezione è composta da 18 affermazioni, alcune tratte dal GENOS IE test (9) e successivamente contestualizzate per l’igienista dentale, valutate con scala lineare da 0 a 9 (0 = Disapprovo – 9 = Approvo), con lo scopo di valutare l’intelligenza emotiva dello studente di Igiene Dentale seguendo la suddivisione descritta nel test Emotional Competence Inventory (10). Si è cercato di mantenere il questionario più conciso possibile, cercando comunque di ottenere un buon coefficiente di affidabilità: per ognuna delle 4 suddivisioni sono state formulate da un minimo di 4 a un massimo di 5 affermazioni (nello studio di Palmer et al. risulta che l’alpha di Cronbach tende a essere superiore a 0,70 adoperando tra le 4/5 affermazioni) (11), ripartite nel modo seguente.
- 4 affermazioni dedicate all’autoconsapevolezza: consapevolezza emotiva (2), autovalutazione accurata (1) e fiducia in sé stessi (1).
- 5 affermazioni dedicate all’autogestione: autocontrollo emotivo (2), adattabilità (1), iniziativa (1) e ottimismo (1).
- 4 affermazioni dedicate alla consapevolezza sociale: empatia (2), consapevolezza organizzativa (1) e orientamento al servizio (1).
- 5 affermazioni dedicate alla gestione delle relazioni: sviluppare gli altri/change catalyst (1), leadership ispiratrice (1), influenza (1), gestione dei conflitti (1), lavoro di squadra e collaborazione (1).
Si è scelto di utilizzare una valutazione su scala lineare da 0 a 9 perché le persone tendono a evitare le risposte estreme e le opzioni di risposte aggiuntive di una scala a 10 punti, rispetto a una scala a 5 punti, forniscono una maggiore varianza per le analisi statistiche (12). Il metodo di calcolo per la valutazione dell’EI e dei suoi 4 sottogruppi prevede la somma dei valori delle risposte, con un punteggio totale che può variare da un minimo di 0 a un massimo di 162 punti. L’analisi statistica prevede il calcolo della media, della deviazione standard e dell’Alpha di Cronbach che è necessaria per valutare la coerenza interna dello strumento, sia in relazione alla valutazione generale dell’IE che dei suoi 4 sottogruppi.
La terza sezione è composta da 8 domande valutate con scala lineare da 0 a 9 (0 = molto scarsa, 9 = molto buona) e valuta la capacità di comunicazione autopercepite dagli studenti di igiene dentale per la motivazione del paziente (13-14). Il metodo di calcolo prevede la somma dei valori delle risposte, con un punteggio totale da un minimo di 0 a un massimo di 72 punti; l’analisi statistica prevede il calcolo della media, della deviazione standard e dell’Alpha di Cronbach.
La quarta sezione è composta da 4 domande a risposte chiuse che valutano il bisogno degli intervistati di una maggiore formazione sulle strategie comunicative unitamente alle ore che vengono dedicate a tale insegnamento e in quale anno del corso di studi vengono svolte.
Il questionario è stato somministrato in forma anonima, ai sensi del Regolamento Europeo sulla privacy 2016/679, attraverso la piattaforma Google Moduli agli studenti del CSID che avevano precedentemente partecipato all’attività di tirocinio pratico, afferenti alle sedi Universitarie di Brescia, Insubria-Varese, Pavia, Siena e Torino. I dati raccolti sono stati analizzati con Excel versione 16.38.
RISULTATI E DISCUSSIONE
Sezione 1: dati demografici del campione
Il campione, composto da 111 studenti di Igiene Dentale, è risultato essere maggiormente rappresentato da giovani adulti di età compresa tra i 19 e i 24 anni (87%) e da femmine (80%). La distribuzione nelle cinque sedi universitarie è: 29% Insubria-Varese, 29% Torino, 20% Brescia, 17% Siena e 5% Pavia. Il 40% risulta frequentare il terzo anno, mentre il restante il secondo (35%) o primo anno (25%). Infine, il 91% ha dichiarato di aver già iniziato l’attività di tirocinio pratico, continuando con la sezione 2 e 3 del questionario, mentre il restante 9% ha proseguito solo con la sezione 4.
Sezione 2: Valutazione dell’intelligenza emotiva
Autoconsapevolezza
Il primo item (Fig. 1A), con una media di 7,33+1,23, concerne la capacità di autovalutarsi, comprendendo i propri limiti e punti di forza. Il grado di autovalutazione, potrebbe essere considerato il presupposto per la veridicità dei risultati del test, in quanto si tratta di un test autovalutativo. Il quarto item (Fig. 1D), con una media di 8,13+1,11, e il secondo item (Fig. 1B), con una media di 7,67+1,10, riguardano rispettivamente la capacità di riconoscere le proprie emozioni e la consapevolezza dei loro effetti sulla relazione con il paziente o i colleghi. Essere consapevoli delle proprie emozioni e dei loro effetti è il primo passo per gestirle ed evitare che esse possano incidere negativamente sulle relazioni professionali.
Infine, il terzo item (Fig. 1C), con un valore medio di 7,72+1,34, si propone di valutare la fiducia in sé stessi. In base alle medie, le capacità del sottogruppo “autoconsapevolezza”, che in ordine di necessità dovrebbero essere migliorate dallo studente sono:
- autovalutazione accurata, comprendere i propri limiti e risorse (7,33+1,23);
- consapevolezza emotiva, riconoscere gli effetti dei propri sentimenti (7,67+1,10);
- fiducia in sé stessi (7,72+1,34);
- consapevolezza emotiva, riconoscere i propri sentimenti (8,13+1,11).
Gli studenti di igiene dentale, in media, si valutano con una buona autoconsapevolezza. Essendo quest’ultima le fondamenta dell’EI e il presupposto per padroneggiare gli altri tre sottogruppi, è importante portare tale capacità a un livello ottimale. Per sviluppare l’autoconsapevolezza uno strumento utile potrebbe essere l’osservazione di sé in “terza persona”: mediante la videoregistrazione di un proprio colloquio con un paziente reale o simulato.
Autogestione
Il primo item (Fig. 2A), con una media di 6.59+1,70, riguarda l’autocontrollo emotivo nella pratica clinica in caso di difficoltà esterne che potrebbero annullare la memoria di lavoro. Il secondo item (Fig. 2B), con una media di 7,05+1,67, concerne l’iniziativa dello studente ovvero essere disponibili ad agire sulle opportunità che si presentano, anche se queste possono creare delle difficoltà. Il terzo item (Fig. 2C), con una media di 6,72+1,74, come il primo item, riguarda la capacità di autocontrollo emotivo, ma in relazione alla capacità di adattare i propri sentimenti al contesto, per esempio manifestando le emozioni negative in modo appropriato. Il quarto item (Fig. 2D), con una media di 6.90+1,52, valuta l’ottimismo dello studente, ossia la sua costanza nel perseguire gli obiettivi nonostante ostacoli e battute d’arresto. Il quinto item (Fig. 2E), con una media di 6,77+1,60, si riferisce alla gestione efficace di situazioni stressanti nel tirocinio e quindi alla capacità di adattarsi ed essere flessibili nella gestione del cambiamento.
In base alle medie, le capacità del sottogruppo “autogestione”, che in ordine di necessità dovrebbero essere migliorate dallo studente, sono:
- autocontrollo emotivo, la capacità di controllare i sentimenti che potrebbero annullare la memoria di lavoro (6.59+1,70) e la capacità di adeguare le emozioni al contesto (6,72+1,74);
- adattabilità (6,77+1,60);
- ottimismo (6.90+1,52);
- iniziativa (7,05+1,67).
Risulta quindi che, in media, gli studenti hanno una moderata capacità di autogestirsi e, quindi, vi sarebbe l’esigenza di implementare questa competenza durante l’attività di tirocinio tecnico-pratico. La prima abilità che gli studenti necessitano di maturare è l’autocontrollo emotivo, e successivamente sviluppare una forma mentale più positiva, relativamente più difficile da promuovere rispetto alla prima. Si pensa che la forma mentale possa essere determinata geneticamente, ma la sua espressione si modifica nel corso della vita, maggiormente nell’infanzia. Maturare una forma mentis positiva in età adulta è possibile, ma è un percorso lungo e complesso che può richiedere l’intervento di uno psicologo.
Consapevolezza sociale
Il primo item (Fig. 3A), con un valore medio di 7,82+1,32, riguarda la consapevolezza organizzativa nel rapporto con il paziente, ovvero saper leggere le sue correnti emotive e capire come queste possano influenzare il rapporto di cura e, di conseguenza, la promozione della salute orale.
Il secondo item (Fig. 3B), con un valore medio di 7,57+1,54, valuta l’empatia, ovvero quanto lo studente si interessa attivamente agli altri e alle loro prospettive, percependo l’impatto di ciò che dice e di come lo dice sulla persona che riceve il messaggio, in questo caso il collega.
Il terzo item (Fig. 3C), con un valore medio di 6,98+1,35, concerne la capacità di saper anticipare, riconoscere e soddisfare le esigenze del paziente, ovvero l’orientamento al servizio, necessaria per la fidelizzazione del paziente a lungo termine.
Il quarto item (Fig. 3D), con un valore medio di 7,18+1,35, riguarda la capacità di identificare i segnali non verbali, abilità fondamentale perché permette al professionista di leggere i sentimenti del paziente e agire di conseguenza, dimostrando interesse ed empatia: la base per la costruzione di una buona relazione di cura.
In base alle medie, le capacità del sottogruppo “consapevolezza sociale”, che in ordine di necessità dovrebbero essere migliorate dallo studente sono:
- orientamento al servizio (6,98+1,35);
- empatia: identificare i segnali non verbali (7,18+1,35) e percepire i sentimenti e le prospettive degli altri, interessandosi attivamente alle loro preoccupazioni (7,57+1,54);
- consapevolezza organizzativa (7,82+1,32).
Risulta quindi che, in media, gli studenti hanno una buona consapevolezza sociale. Come per l’autoconsapevolezza, è necessario portare questa competenza a un livello ottimale perché è il punto di partenza sia per la costruzione di una buona relazione di cura che per rapportarsi efficacemente con i colleghi. L’orientamento al servizio, che è la capacità che necessita maggiormente di essere sviluppata, può essere maturato applicando nella pratica clinica il modello patient-centred per indagare i sentimenti, le aspettative e i desideri del paziente. Successivamente è fondamentale imparare sia a comprendere che a usare il linguaggio non verbale. Impegnandosi attivamente nelle suddette attività, si sviluppa un approccio orientato all’empatia favorendo da una parte la costruzione di una buona relazione di cura basata sulla fiducia e dall’altra un ambiente lavorativo in cui i colleghi si sentono ascoltati e capiti e quindi stimolati a collaborare e dare il meglio.
La gestione delle relazioni
Il primo item (Fig. 4A), con un valore medio di 7,45+1,42, valuta la capacità di rendere i propri colleghi cooperativi nei propri confronti ovvero di essere dei buoni leader, capaci di ispirare individui a collaborare per uno scopo comune.
Il secondo item (Fig. 4B), con un valore medio di 7,41+1,34, riguarda la capacità di coinvolgere un collega per raggiungere un obiettivo comune, ovvero di essere in grado di sviluppare gli altri percependo le capacità del collega e indirizzarle correttamente ai fini dello scopo finale. Il terzo item (Fig. 4C), con un valore medio di 7,43+1,34 riguarda la capacità di gestire i conflitti, impegnandosi ad adottare strategie adeguate. Il quarto item (Fig. 4D), con un valore medio di 6,71 + 1,41, concerne l’influenza, ovvero l’abilità di persuadere il paziente a seguire le proprie indicazioni al fine di assicurarsi la sua compliance a lungo termine e, di conseguenza, la promozione della salute orale.
Il quinto item (Fig. 4E), con un valore medio di 7,52 + 1,47, valuta la capacità di collaborare in un team lavorativo, che è fondamentale perché, soprattutto nella gestione di casi complessi, è richiesta la cooperazione di più professionisti con diverse competenze.
In base alle medie, le capacità del sottogruppo “gestione delle relazioni” che, in ordine di necessità, dovrebbero essere migliorate dallo studente sono:
- influenza (6,71+1,4);
- sviluppare gli altri (7,41+1,34);
- gestione dei conflitti (7,43+1,34);
- leadership ispiratrice (7,45+1,42);
- collaborare e il lavoro di squadra (7,52+1,47).
Risulta, quindi, che gli studenti hanno in media una buona gestione delle relazioni. Per arrivare a migliorare questa abilità è necessario prima aver portato a un livello ottimale le precedenti tre. La capacità di influenzare il paziente, che è quella che necessita di essere maggiormente sviluppata, può essere maturata sfruttando il modello patient-centred, per indagare le idee, le interpretazioni e il contesto del paziente. A esso devono essere affiancate l’apprendimento di tecniche persuasive che sfruttano le emozioni come leva motivazionale. Infine, per lo studente in formazione, è fondamentale imparare a gestire i conflitti con i colleghi e a favorire il lavoro di squadra al fine di creare un ambiente lavorativo in cui il benessere psicologico contribuisce a facilitare lo sviluppo delle proprie competenze pratiche e non.
Analisi dell’IE e i suoi 4 sottogruppi
L’elaborazione dei dati è stata interpretata come mostrato nelle tabelle dalla 1 alla 4.
L’alpha di Cronbach (o coefficiente α) è un indicatore statistico utilizzato nei test psicometrici per verificare l’affidabilità del test e in particolare la coerenza interna degli item, cioè se gli item misurano lo stesso costrutto che lo studio si propone di misurare, ovvero l’EI e i suoi 4 sottogruppi. Un coefficiente Alpha superiore a 0,70 è considerato accettabile ai fini educativi e di ricerca.
Il valore dell’Alpha di Cronbach dipende da due fattori.
- L’intercorrelazione degli item: essa dipende dalla comune specificità dell’item. Nel presente questionario la comune specificità è che tutti gli item sono relativi all’attività di tirocinio pratico dell’igienista dentale. Questo può essere un fattore negativo, perché può limitare il contenuto del costrutto misurato, ma per lo scopo di questo test può avere un’accezione positiva, in quanto l’obiettivo è valutare l’EI e i suoi sottogruppi in relazione al tirocinio clinico dello studente di igiene dentale.
- Numero degli item: maggiore è il numero degli item, maggiore sarà il valore del coefficiente di attendibilità.
I valori dell’alpha di Cronbach (Tab. 2) di “intelligenza emotiva”, “autogestione” e “gestione della relazione” sono superiori a 0,70 perciò sono accettabili per scopi di ricerca o educativi, di sviluppo, mentre i valori di “autoconsapevolezza” e “consapevolezza sociale” hanno dei valori di coefficiente alfa inferiori a 0,70, inaccettabili anche per scopi di ricerca o educativi. Per ottenere una coerenza interna buona si potrebbe aumentare il numero degli item dedicati a “consapevolezza sociale” e “autoconsapevolezza”. Nel presente lavoro si è cercato di mantenere il questionario più conciso possibile, cercando comunque di ottenere un buon coefficiente di attendibilità.
Infine, dai dati (Tab. 2) emerge che una specifica esigenza del campione totale potrebbe essere quella di sviluppare maggiormente la componente “autogestione” dell’intelligenza emotiva, in quanto è l’unico sottogruppo classificato come “moderato”. L’EI ha un coefficiente di alpha, per tutti i tre anni di corso, accettabile ai fini di ricerca o educativi per tutti e tre gli anni (Tab. 3). Confrontando le medie di EI tra i tre anni di corso (Tab. 3), diversamente da come ci si aspetterebbe, si nota che la media del primo anno è superiore a quella del secondo e leggermente superiore a quella del terzo. Questo potrebbe essere dovuto a una mancata autoconsapevolezza negli studenti del primo anno.
L’EI ha un coefficiente di affidabilità compreso tra 0,85 a 0,95, per tutte le sedi universitarie, perciò è accettabile ai fini di ricerca o educativi per tutti e tre gli anni (Tab. 4). Confrontando l’EI delle singole sedi universitarie (Tab. 4) con la media dell’IE del campione totale (Tab. 2) si osserva che l’intelligenza emotiva media delle sedi universitarie di Brescia, Siena e Pavia è superiore rispetto alla media del campione totale, mentre le medie delle sedi universitarie di Insubria-Varese e Torino sono inferiori.
Sezione 3: Valutazione delle capacità di comunicazione autopercepite per la motivazione del paziente
Nella terza sezione si valuta l’autoefficacia percepita dello studente, ovvero la consapevolezza di essere capace di padroneggiare alcune attività, che in questo specifico caso sono le capacità comunicative per la motivazione del paziente. La motivazione del paziente è un punto fondamentale della seduta di igiene dentale, perché da essa dipende la compliance a lungo termine del paziente e quindi la promozione della salute orale.
In merito al cambiamento delle abitudini del paziente, l’item che valuta tale capacità in generale ha un valore medio di 6,74+1,29 (Fig. 5).
In base ai valori medi (Fig. 5), in ordine di necessità, gli studenti dovrebbero migliorare le loro capacità di comunicare riguardo a:
- abitudini dietetiche (6,2+1,5);
- abitudini viziate (es. fumo) (6,5+1,6);
- abitudini di igiene orale (7,2+1,0).
Risulta, quindi, che gli studenti hanno minori difficoltà nell’approcciare il paziente per il cambiamento delle sue abitudini di igiene orale domiciliare, ma si trovano in difficoltà quando si tratta di cambiare le abitudini alimentari e viziate, quali il fumo.
La capacità di comunicare riguardo alla condizione orale del paziente (Fig. 6), con un valore medio di 7,05 sembra essere la seconda abilità maggiormente maturata dagli studenti, dopo la comunicazione in merito alle abitudini di igiene orale domiciliare.
Infine, in relazione ai rimanenti 3 item che riguardano il colloquio motivazionale (Fig. 6), in base al valore medio, gli studenti hanno maggiori difficoltà a:
- affrontare il paziente che non segue le indicazioni (6,4+1,76);
- affrontare il paziente sui punti in cui è in disaccordo (6,43+1,62);
- discutere i pro e i contro con il paziente (7,03+1,31).
Perciò risulta che, gli studenti hanno una minore difficoltà ad approcciare il paziente affrontando con lui i pro e i contro, mentre sono maggiormente in difficoltà ad affrontare il paziente quando è in disaccordo o non segue le indicazioni date.
Analisi delle capacità di comunicazione per la motivazione del paziente
L’Alpha di Cronbach è di 0,93 ed è un valore di affidabilità ottimo, quindi il test può essere usato a fini di ricerca o educativi (Tab. 5).
La media delle capacità di comunicazione autopercepite (Tab. 5) nel campione totale è di 53,56+9,33. Risulta quindi che le capacità comunicative in merito alla motivazione del paziente, nel campione totale, sono moderate. L’alpha di Cronbach è superiore a 0,90 per tutti e tre gli anni (Tab. 6), con un valore di affidabilità ottimo, perciò possiamo utilizzare questi dati a scopi di ricerca o educativi. Confrontando la media di ogni anno (Tab. 6) con la media del campione totale (Tab. 5) si può osservare che, la media del primo anno e del terzo anno è superiore alla media del campione totale, mentre la media del secondo anno è inferiore ad essa. Inoltre, si può osservare che la media del primo anno è maggiore a quella del secondo anno, ed inferiore a quella del terzo. Il coefficiente Alpha è compreso tra 0,88 e 0,96, ovvero con dei valori buoni od ottimi per tutte le sedi universitarie (Tab. 7), perciò questi dati sono accettabili ai fini di ricerca o educativi.
Confrontando le capacità comunicative delle singole sedi universitarie (Tab. 7) con la media del campione totale (Tab. 5), si osserva che le medie delle sedi universitarie di Brescia, Torino, Siena e Pavia sono superiori rispetto alla media del campione totale, mentre la sede universitaria di Insubria-Varese risulta inferiore alla media.
Sezione 4: Valutazione della necessità di una maggiore educazione sull’apprendimento delle capacità comunicative
Il 72% del campione dichiara che sono state dedicate meno di 20 ore di didattica frontale all’insegnamento delle strategie comunicative. Inoltre, il 66% del campione afferma di aver affrontato le strategie comunicative solo durante uno dei tre anni di corso: il 38% al primo anno, l’8% al secondo e il 20% al terzo. Risulta quindi che gli studenti non sono sottoposti a un programma intensivo di insegnamento delle strategie comunicative che si sviluppi longitudinalmente nel corso dei tre anni, come invece suggerisce di fare la letteratura scientifica. Infine, dall’analisi degli ultimi due quesiti del questionario emerge che, nonostante più della metà del campione (53%) ritiene che le ore dedicate all’insegnamento delle strategie comunicative siano sufficienti, la quasi totalità del campione (95%) è interessato a ricevere una maggiore formazione al riguardo.
CONCLUSIONI
Un livello elevato di EI è correlato al successo accademico e professionale dell’operatore sanitario. Inoltre, la comunicazione è un’abilità clinica fondamentale, al pari delle conoscenze tecnicoscientifiche, e non può essere affidata unicamente alla spontaneità e a forme comunicative innate e personali. Emerge quindi la necessità di integrare e implementare, nel curriculum formativo universitario del Corso di Studi in Igiene Dentale, la didattica frontale e tecnicopratica delle strategie di comunicazione con l’applicazione del costrutto di intelligenza emotiva, anche mediante seminari dedicati, e con un continuo rinforzo nell’arco dei tre anni di studio. Il questionario proposto nel presente lavoro può essere applicato come metodo di valutazione dell’intelligenza emotiva degli studenti. Esso può rappresentare uno strumento utile sia per i formatori, ovvero i tutor, che per gli studenti al fine di potenziare tale abilità a completamento della formazione universitaria, migliorando quindi la performance professionale del futuro professionista. In conclusione, in futuro si potrebbe perfezionare il metodo di valutazione proposto, per esempio migliorando il coefficiente Alpha dei sottogruppi “autoconsapevolezza” e “consapevolezza sociale”, per poi applicarlo nella pratica clinica, favorendo un lavoro mirato per colmare le carenze emerse da ciascuno studente.