Parleremo di “concordance”

Un buon rapporto tra igienista dentale e paziente è fondamentale per costruire una relazione di fiducia basata sull’alleanza terapeutica. Ciò consente di raggiungere gli obiettivi di cura e stringere un sodalizio collaborativo tra i due attori coinvolti. Uno degli strumenti atti allo scopo è la motivazione, che si pone l’obiettivo di cambiare i comportamenti del paziente, al fine di migliorare la salute orale, le abitudini alimentari, ridurre i comportamenti a rischio, mantenere i corretti intervalli di richiamo e i controlli odontoiatrici e, non da ultimo, aderire alle cure proposte.

Come è noto nessun trattamento odontoiatrico, né la salute orale stessa, può essere mantenuto senza un adeguato livello di compartecipazione alle cure, che nel tempo è stato sollecitato proprio attraverso la motivazione. Nel rapporto interpersonale di cura inizialmente si parlò di compliance, con la quale ci si riferiva al livello di adesione del paziente rispetto alle prescrizioni date. Ovvero, riguardava quanto il paziente fosse in grado di assumere un farmaco, utilizzare un presidio suggerito, in poche parole “fai ciò che ti dico?”.  Il livello di compliance è influenzato dal grado di fiducia verso l’operatore della salute, dal background culturale del paziente e da fattori ambientali. Successivamente si è passati a parlare di adherence, ove il paziente viene coinvolto in un ruolo maggiormente attivo nel processo terapeutico, dal punto di vista del sanitario. In questa accezione ci si riferisce a quanto il paziente “aderisce a ciò che gli è stato detto?”, ovvero in qualche modo crede e compartecipa con sufficiente convinzione a ciò che gli è stato proposto di fare. Tuttavia, è ancora un tipo di relazione in cui si riscontra bassa empatia ed è influenzata dalla qualità della comunicazione tra sanitario e paziente. Le prospettive imminenti saranno invece quelle di riferirsi alla concordance, in cui entrambi gli attori assumono un ruolo attivo e concorrono a creare salute, nel processo terapeutico, che generi alti livelli di empatia, “quanto siamo d’accordo sul perseguire questa strada?”. Il genuino interesse del sanitario empatico e un cambiamento di visione del paziente in un’ottica “self-care” sono le due caratteristiche principali di quest’approccio, vissuto a un livello paritario di mutua e reciproca responsabilità.

Operatore – paziente affrontano, correttamente e insieme, il processo decisionale nell’alleanza terapeutica, che conferisce massima espressione di valore al codice etico e al consenso informato alle cure, in un’ottica di cooperazione basata sull’esplorazione emotiva.

Operatore – paziente affrontano, correttamente e insieme, il processo decisionale nell’alleanza terapeutica, che conferisce massima espressione di valore al codice etico e al consenso informato alle cure, in un’ottica di cooperazione basata sull’esplorazione emotiva. Tale cambiamento risulta fondamentale per tre motivi particolari: da un lato il cambiamento di percezione del professionista della salute, oggi maggiormente messo in discussione e talvolta relegato ad ultima voce da ascoltare dopo la consultazione del web; dall’altro l’aumento dell’offerta odontoiatrica con la conseguente confusione informativa. In ultimo, la necessità e il desiderio sempre più crescente dei pazienti di essere ascoltati e pienamente consapevoli delle scelte che riguardano la salute. Se la perdita di autorità della figura del medico, e analogamente quella del professionista saanitario, può generare una crisi, è altrettanto vero che oggi questa condizione non solo è una reale necessità, ma può essere anche un’opportunità.

Stringere rapporti paritari permette agli interlocutori di viversi come persone degne di co-costruire la relazione, riconoscersi come persone che vogliono scambiarsi opinioni e punti di vista e non come meri esecutori. Ciò diventa pregnante soprattutto nella gestione di malattie cronico-degenerative, che necessitano di altissimi livelli di motivazione per lunghi periodi di tempo, come la malattia parodontale, la cui cura e prevenzione delle complicanze è per definizione “long-life” e coinvolge l’individuo a 360 gradi nel suo stile di vita.  Nessun Igienista dentale vuole essere considerato “un estetista dei denti”, nulla togliere all’importanza dell’aspetto estetico, ma per valorizzare il ruolo ben più importante per la salute che la figura professionale possiede. Allo stesso modo, nessun paziente desidera essere identificato come una gengiva che sanguina, un dente cariato o “un pezzo di carne” da curare. Qualora si riuscisse a dare spazio e voce alla propria e altrui identità, nel reciproco riconoscimento di essere umani e poi di persone con un ruolo, si eleverebbe massimamente il core della relazione di cura. Avere il privilegio di prenderci cura di una persona che affida quanto di più importante possiede, la salute, è la cosa più edificante di qualsiasi professionista di aiuto.

Bibliografia

  1. Gangale M, Ghianda L. Comunicazione emozionale in odontoiatria. Milano: Quintessenza, 2020.
  2. Settineri, S., Frisone, F., Merlo, E. M., Geraci, D., & Martino, G. (2019). Compliance, adherence, concordance, empowerment, and self-management: five words to manifest a relational maladjustment in diabetes. Journal of Multidisciplinary Healthcare, 12, 299–314. https://doi.org/10.2147/JMDH.S193752
  3. Fawcett J. Thoughts About Meanings of Compliance, Adherence, and Concordance. Nursing Science Quarterly. 2020;33(4):358-360. doi:10.1177/0894318420943136