Clinical assessment of orofacial manifestations in 500 patients with multiple sclerosis
Danesh-Sani SA, Rahimdoost A, Soltani M, Ghiyasi M, Haghdoost N, Sabzali-Zanjankhah S.
J Oral Maxillofac Surg 2013 Feb;71(2):290-4.
Lo scopo di questo studio è stato quello di determinare l’incidenza delle manifestazioni orofacciali nei pazienti con sclerosi multipla (SM) e valutare i fattori associati con questi sintomi. Sono state affrontate le implicazioni dentali di questa malattia.
Lo studio ha incluso 500 pazienti di età compresa tra 11 e 69 anni affetti da SM. Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad un esame neurologico standard. Le principali manifestazioni valutate erano nevralgia del trigemino, paralisi, disturbi temporo-facciali, complicanze visive, disfagia, e disartria. Gli autori hanno raccolto informazioni demografiche e variabili cliniche, come ad esempio la durata della malattia e la storia familiare, per valutare i fattori associati a sintomi orofacciali nei pazienti con SM.
La frequenza delle manifestazioni orofacciali nei pazienti con SM è risultata dell’88,6%. I disturbi visivi (80,4%) sono stati osservati più frequentemente, seguiti da disordini temporomandibolari (58,2%), disartria (42,1%), disfagia (26,6%), paralisi facciale (19%) e nevralgia del trigemino (7,9%). È stata trovata una correlazione significativa con le manifestazioni oro-faciali nei pazienti con una più lunga durata della malattia (>7 anni) rispetto a quelli con una durata più breve (<7 anni; P <.005).
Tra le diverse manifestazioni, quelle di più comune riscontro nei pazienti con SM sono state le complicanze visive, i disordini temporomandibolari e la disartria. Gli odontoiatri dovrebbero essere consapevoli dei farmaci usati dai pazienti con SM per fornire trattamenti conservativi ed evitare interazioni farmacologiche.
Orofacial manifestations in HIV positive children attending Mildmay Clinic in Uganda
Nabbanja J, Gitta S, Peterson S, Rwenyonyi CM.
Odontology 2013 Jan;101(1):116-20.
Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare le manifestazioni oro-facciali e la loro influenza sulla funzione orale in bambini positivi al virus dell’HIV che frequentano la clinica Mildmay in Uganda.
È stato effettuato uno studio osservazionale trasversale basato sugli esami clinici, cartelle cliniche e un questionario strutturato su 368 bambini di età compresa tra 1,5 e 17 anni. L’esame clinico per la rilevazione della carie dentale è basato sull’indice DMFT secondo la definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità. Le lesioni oro-facciali dei tessuti molli sono state valutate utilizzando la classificazione e criteri diagnostici descritti dal Collaborative Workgroup on the Oral Manifestations of Pediatric HIV Infections. Circa il 67,4% dei bambini erano in terapia antiretrovirale altamente attiva (HAART).
La maggior parte (77,4%) dei bambini presentava almeno una lesione orofacciale associata all’HIV, di cui la candidosi pseudomembranosa è risultata quella più diffusa. Complessivamente, il 61,7% dei bambini con lesioni orofaciali ha riferito almeno una forma di disagio a livello del cavo orale. Il disagio è particolarmente associato con la deglutizione. La prevalenza di lesioni oro-facciali era significativamente più alta nei bambini con scarsa igiene orale e più bassa in quelli sottoposti a HAART. La distribuzione delle lesioni oro-facciali non è risultata influenzata in modo significativo dalla conta delle cellule CD4 +, dall’età né dal sesso dei bambini. I valori medi degli indici deft e DMFT erano rispettivamente 11,8 e 2,7. Le componenti d- e D- hanno contribuito rispettivamente per il 54,7 e il 42,1%. Il consumo di snack zuccherati è risultato direttamente associato a carie dentarie.
Nonostante questi bambini frequentino un centro di eccellenza per la cura dell’HIV, presentano una prevalenza elevata di manifestazioni oro-facciali associate all’HIV e la maggior parte di loro aveva problemi a livello del cavo orale, in particolare durante la deglutizione.
Extraintestinal manifestations in children with gastrointestinal food allergy
Domínguez-Ortega G, Borrelli O, Meyer R, Dziubak R, De Koker C, Godwin H, Fleming C, Thapar N, Elawad M, Kiparissi F, Fox AT, Shah N.
J Pediatr Gastroenterol Nutr 2014 Aug; 59(2):210-4.
La presenza di manifestazioni extraintestinali (EIM) nei bambini con allergia alimentare (GIFA) gastrointestinale (GI) è fortemente dibattuta. Nel presente studio è stata studiata l’incidenza di EIM nei bambini con GIFA ed è stato valutato studiato se la loro presenza sia utile ai fini anamnestici relativi all’allergia.
Sono state esaminate le cartelle cliniche di bambini con diagnosi di GIFA confermata e, come controllo, quelle di bambini con diagnosi di malattia infiammatoria intestinale (IBD). Sono stati registrati i dati riguardanti l’età di esordio, l’età alla diagnosi, la storia familiare atopica, comorbilità atopica, sintomi gastrointestinali ed EIM.
Per l’analisi sono stati raccolti dati provenienti da 436 bambini con GIFA e 74 bambini affetti da IBD. In 368 bambini con GIFA è stata documentata la presenza di EIM, quali stanchezza (53,0%), occhiaie allergiche (49,1%), ulcere della bocca (39,0%), dolore articolare/ipermobilità (35,8%), insonnia (34,4%), sudorazione notturna (34.4 %), cefalea (22,7%) ed enuresi (17,7%). La proporzione di pazienti con EIM era più alta nel gruppo GIFA rispetto a quella nel gruppo IBD (368/436 [84,4%] vs 40/74 [54,1%]; p<0.001). Isolando il gruppo GIFA in bambini con e senza comorbilità atopica, sia i bambini con quella atopica (276/30; 89,9%) sia i soggetti con la non-atopica (93/130; 71,5%) hanno mostrato una maggiore proporzione di EIM rispetto ai bambini con IBD (rispettivamente di [40/74; 54,1% ], P <0.01 e <0,05).
GIFA sono comunemente associati con una vasta gamma di EIM, che sembrano rappresentare importanti e specifiche caratteristiche cliniche di questo gruppo di condizioni. Il loro riconoscimento nella raccolta dei dati anamnestici per identificare la presenza di un’allergia può rivelarsi determinante sia per la diagnosi che per la gestione.
Crohn disease and ulcerative colitis in children: an update for 2014
Lemberg DA, Day AS.
J Paediatr Child Health 2015 Mar;51(3):266-70.
La malattia di Crohn (CD) e la colite ulcerosa (UC), sono i due principali tipi di malattia infiammatoria intestinale (IBD) e negli ultimi anni sono diventati sempre più comuni nei bambini e negli adolescenti Australiani. Inoltre, le CD e UC sono riscontrate più spesso nei bambini più piccoli. Queste condizioni sono in genere più ampie nei bambini e tendono ad avere un decorso della malattia più gravi che negli adulti. Anche se molti bambini possono presentare sintomi tipici (come dolore addominale o diarrea con sangue), tanti altri presentano caratteristiche atipiche (comprese ulcerazioni orali, bassa statura o manifestazioni cutanee). Inoltre, molti bambini con IBD hanno anche alterazioni della crescita e della nutrizione, che possono compromettere la normale crescita lineare e lo sviluppo puberale. Per evitare eventuali conseguenze di una diagnosi tardiva e per ottimizzare i risultati a breve e lungo termine, sono essenziali l’identificazione precoce e la valutazione completa dei bambini potenzialmente affetti da IBD. La gestione delle IBD comprende varie opzioni e deve essere effettuata all’interno di un team multidisciplinare focalizzato sul bambino e sulla famiglia.
Oral aspects in celiac disease children: clinical and dental enamel chemical evaluation
de Carvalho FK, de Queiroz AM, Bezerra da Silva RA, Sawamura R, Bachmann L, Bezerra da Silva LA, Nelson-Filho P.
Oral Surg Oral Med Oral Pathol Oral Radiol 2015 Jun;119(6):636-43.
Lo scopo di questo studio era di valutare le manifestazioni orali della malattia celiaca (CD), la composizione chimica dello smalto dei denti e la comparsa di CD in bambini con difetti dello smalto (DED).
Nello studio, sono stati esaminati 52 bambini con CD e 52 come controlli per verificare la presenza di DED, stomatite aftosa ricorrente (RAS), carie e parametri salivari. Inoltre, per ogni gruppo è stato analizzato lo smalto di 10 molari decidui esfoliati mediante spettroscopia a raggi X a dispersione di energia e spettroscopia trasformata di Fourier. Cinquanta bambini con DEDS sono stati sottoposti a diagnosi di celiachia.
Tra i bambini con CD, sono stati osservati una maggiore prevalenza di DED (P = .00001) e RAS (P = 0,0052), una minor storia di carie (p = 0,0024) e una riduzione del flusso salivare (P = 0,0060). Lo smalto dentale dai bambini con CD ha mostrato un minore rapporto calcio-fosforo (P = 0,0136), ma non è stata osservata alcuna differenza nel rapporto di carbonato-fosfato (P = 0,5862). Nell’analisi multivariata, CD è risultata un fattore protettivo per la carie (OR = 0.74) e un fattore di rischio per la RAS (OR 3.23).
I bambini con CD hanno mostrato più RAS, DED, riduzione del flusso salivare e alterazioni chimiche dello smalto.
Salivary proteomics: A new adjuvant approach to the early diagnosis of familial juvenile systemic lupus erythematosus
Abrão AL, Falcao DP, de Amorim RF, Bezerra AC, Pombeiro GA, Guimarães LJ, Fregni F, Silva LP, da Mota LM.
Med Hypotheses 2016 Apr;89:97-100.
Il lupus eritematoso sistemico (LES) è una malattia multisistemica cronica caratterizzata da disturbi infiammatori autoimmuni. Sono presenti manifestazioni pleomorfe e può essere rilevato un decorso potenzialmente progressivo e debilitante. Il LES si manifesta raramente prima dei 5 anni di età e il picco di insorgenza è intorno alla pubertà. Le manifestazioni cliniche, LE alterazioni immunologiche e la terapia non differiscono fra LES giovanile e LES degli adulti, anche se I bambini tendono ad avere un decorso della malattia più aggressivo rispetto agli adulti. Per questo le malattie reumatiche autoimmuni sono la causa più freqiente di morbilità e mortalità nei pazienti pediatrici. L’analisi del siero del sangue ha un ruolo particolarmente importante nella rilevazione e il monitoraggio di autoanticorpi nel LES. Tuttavia, dato che il prelievo di sangue è una procedura scomoda, specialmente nei bambini, sono della massima importanza nuovi approcci e tecniche meno invasive per valutare i soggetti in età pediatrica. A questo proposito, i campioni di saliva presentano diversi vantaggi, quali: facile accessibilità, raccolta veloce, procedura indolore e priva di rischi. La saliva ha proprietà antimicrobiche, immunomodulanti ed antiinfiammatorie e anche diverse altre caratteristiche rilevanti. La saliva è una miscela complessa composta dalle secrezioni delle ghiandole salivari maggiori e minori, dal fluido crevicolare, proteine plasmatiche trasudate, prodotti cheratinociti e microbi orali. Questo fluido biologico riflette lo stato fisiologico del corpo, tra cui la condizione emotiva e i cambiamenti endocrini, nutrizionali e metabolici. Pertanto, la proteomica salivare sta diventando sempre più utilizzata per la diagnosi precoce di molte malattie tra cui il cancro al seno, il cancro orale, sindrome di Sjögren, la sclerosi sistemica diffusa e l’artrite reumatoide. Considerando il rilevamento di alcuni potenziali marcatori correlati al LES nel siero e nelle urine, questo studio si propone di effettuare una valutazione iniziale della possibile presenza di tali biomarcatori nella saliva. Inoltre, si prevede di rilevare nuove proteine salivari che potrebbero essere correlate con la malattia. Pertanto, è importante valutare se l’analisi del proteoma salivare dei bambini le cui madri sono affette da LES possa aiutare a identificare biomarcatori per la diagnosi precoce ed il monitoraggio di tale condizione.
Oral health status of children suffering from thyroid disorders
Venkatesh Babu NS, Patel PB.
J Indian Soc Pedod Prev Dent 2016 Apr-Jun;34(2):139-44.
La disfunzione tiroidea è la seconda malattia più comune del sistema endocrino che può colpire qualsiasi sistema del corpo. La cavità orale può essere influenzata negativamente da un eccesso o una carenza di questi ormoni. Scopo del lavoro è stato valutare e confrontare lo stato di salute orale dei bambini che soffrono di disturbi della tiroide e bambini sani.
Un totale di 200 bambini di età compresa tra i 2 anni e 16 anni sono stati assegnati in due gruppi. Il gruppo di studio consisteva di 100 bambini con disfunzione tiroidea (ipotiroidismo/ipertiroidismo), mentre il gruppo di controllo era costituito da 100 bambini sani. Sono stati registrati e analizzati statisticamente i dati relativi agli indici gengivale, di placca, DMFT e dmft, difetti dello sviluppo dello smalto (DDE).
Le percentuali degli indici di placca e gengivali erano significativamente più elevate nel gruppo con problemi alla tiroide rispetto ai controlli; anche i dati del DMFT e dmft erano più alti nel gruppo tiroide rispetto al controllo, ma la differenza di punteggio non era statisticamente significativa. Statisticamente significativo è stato rilevato il punteggio DDE nel gruppo tiroide. Oltre a una maggiore suscettibilità alla carie e cattive condizioni di salute parodontale, nei bambini con disturbi della tiroide sono state anche rilevate altre manifestazioni orali quali macroglossia, morso aperto e cambiamenti nel percorso di eruzione.
Le disfunzioni della tiroide (sia l’ipotiroidismo che l’ipertiroidismo) hanno un impatto sullo stato di salute orale. I bambini con disturbi della tiroide hanno mostrato un’elevata prevalenza della carie dentale e della malattia parodontale rispetto al gruppo di controllo.