L’ozonoterapia domiciliare per il protocollo di prevenzione nel paziente in trattamento ortodontico con allineatori invisibili. Un caso clinico

Fig. 1 Il paziente all'esame clinico.
Fig. 1 Il paziente all'esame clinico.
Keywords:
Scopo del lavoro:

Suggerire un completo ed efficace management di igiene orale domiciliare e professionale per il paziente in terapia ortodontica con allineatori invisibili.

Materiali e metodi:

Suggerire un completo ed efficace management di igiene orale domiciliare e professionale per il paziente in terapia ortodontica con allineatori invisibili.

Risultati:

Il paziente ha apprezzato l’ozonoterapia domiciliare e lo spray utilizzato che ha permesso un perfetto controllo del biofilm batterico del cavo orale e degli allineatori mantenendo un sorriso luminoso, la trasparenza delle mascherine e un alito gradevole.

INTRODUZIONE

Le terapie ortodontiche con gli allineatori invisibili rappresentano una opzione terapeutica molto frequente e sempre più richiesta.

La tecnologia digitale nel 1999 ha introdotto un nuovo dispositivo ortodontico mobile, in grado di spostare gradualmente e con estrema precisione i denti attraverso un piano di trattamento progettato tramite computer e basato sull’utilizzo di un polimero, composto da una catena di unità organiche unite a maglie di uretano, prodotto con tecnologia CAM (computer aided manufacturing). Questi dispositivi risultano molto confortevoli perché, essendo sottili e flessibili, non irritano i tessuti molli del cavo orale, come di frequente accade nei pazienti in terapia ortodontica tradizionale. Inoltre, questo sistema terapeutico presenta alcuni vantaggi:

  • è removibile e permette di controllare meglio l’igiene orale (1);
  • è trasparente in modo da non inficiare la vita di relazione del paziente durante la terapia;
  • non interferisce con la fonazione;
  • risponde alla crescente attenzione del paziente verso l’estetica.

La terapia ortodontica con allineatori invisibili richiede il bandaggio di attachment, o spessori ritentivi di composito, sulle superfici dentali e riprodotti sulle mascherine, che hanno la funzione di aumentarne la ritenzione e guidare i movimenti di alcuni elementi dentali per migliorare l’efficacia terapeutica. Questi sono un elemento fondamentale nella programmazione della terapia con mascherine invisibili.

Ai pazienti viene richiesto di indossare gli allineatori a tempo pieno e di toglierli durante i pasti o quando si bevono bevande diverse dall’acqua (2). Infatti essi devono essere rimossi e puliti dopo aver consumato bevande colorate, in quanto ciò porta a un cambiamento all’interno del polimero che costituisce gli allineatori, influenzando la loro trasparenza. Uno dei principali vantaggi di questi presìdi è proprio quello di essere esteticamente poco invasivi, infatti producono l’effetto di avere il sorriso luminoso e più lucido se si osserva il soggetto da circa un metro di distanza (3).

Questi dispositivi possono anche indurre cambiamenti nell’ecosistema del cavo orale, che a loro volta possono aumentare il rischio di malattia parodontale, alitosi e lesioni cariose causate dalla proliferazione batterica (4). È quindi fondamentale assicurarsi che siano puliti prima di essere reinseriti nel cavo orale per evitare che i batteri creino un reservoir nelle superfici delle mascherine, facendole diventare un veicolo di infezione. È opportuna un’attenta detersione e successiva igienizzazione accurata sia del dispositivo che del contenitore (4).

Durante la pandemia, i pazienti hanno seguito con grande attenzione l’evoluzione dell’emergenza COVID-19 e i suoi effetti hanno creato situazioni di stress. Il follow-up è stato spesso sacrificato ed è stato erogato il solo servizio di emergenze odontoiatriche. La telemedicina ha permesso condivisione in remoto della situazione clinica.

Sicuramente le manovre di inserimento e rimozione delle mascherine nel cavo orale diventano un rischio ulteriore rispetto al COVID-19. Alla luce degli studi in corso sul coronavirus e sulla sua diffusione, non vi è alcuna evidenza che dimostri la possibilità di prevenire l’infezione dal virus con una buona igiene orale. Sappiamo bene, tuttavia, quanto sia importante prendersi cura dell’igiene orale per abbassare il rischio del processo carioso e di malattie parodontali e per assicurarsi buone condizioni di salute sistemica.

Per la detersione esistono metodi che utilizzano compresse effervescenti contenenti carbonato di sodio e solfato (1), da ritenersi validi ma poco ergonomici rispetto allo sviluppo di nuovi siatemi per l’igienizzazione con spray all’olio extravergine di oliva ozonizzato, che permette una operatività più facile e veloce anche fuori casa.

L’ozono è una molecola triatomica composta da tre atomi di ossigeno; essa è instabile e questa instabilità le conferisce la particolare caratteristica di essere attiva su batteri, funghi e virus. L’azione è diretta sulla membrana citoplasmatica dei microrganismi: danneggiando i doppi legami della sua struttura si induce una modifica del contenuto intracellulare innescando una serie di meccanismi che portano a un danno cellulare irreversibile che termina con la morte del microrganismo. In pochi secondi l’effetto dell’ozono arresta tutte le funzioni vitali dei patogeni che non sono in grado di contrastare quest’azione.

L’olio extravergine d’oliva ozonizzato ha la capacità di immagazzinare e trattenere l’ozono sotto forma di ozonidi, grazie ai legami che si instaurano tra il gas e i grassi saturi e insaturi presenti nell’olio stesso (5).

Il presente lavoro ha lo scopo di proporre, attraverso la presentazione di un caso clinico, un protocollo efficace di igiene orale domiciliare per il controllo del biofilm batterico attraverso l’utilizzo di ozonoterapia domiciliare per la disinfezione del cavo orale e per l’igienizzazione delle mascherine.

CASO CLINICO

Si presenta alla nostra attenzione un giovane paziente di 25 anni, non fumatore, in apparente salute sistemica, in terapia ortodontica con mascherina invisibile. Il paziente è particolarmente attento alla salute e all’estetica del suo sorriso poiché, lavorando come influencer, è per lui una importante risorsa lavorativa (Fig. 1).

Fig. 1 Il paziente all'esame clinico.
Fig. 1 Il paziente all’esame clinico.

Il paziente riferisce di aver notato l’insorgenza di white spot e conseguente sensibilità in seguito a un precedente trattamento ortodontico fisso e di aver accolto con piacere la nuova terapia ortodontica invisibile.

Studi dimostrano che il trattamento ortodontico fisso determina un cambiamento di colore diverso dal naturale invecchiamento del dente (le procedure di incollaggio influenzano i parametri del colore) (9) (Fig. 2) e di rugosità della superficie dello smalto dopo il debonding degli attacchi ortodontici e la rimozione della resina utilizzando una fresa non dedicata (10).

Fig. 2 L'allineatore.
Fig. 2 L’allineatore.

L’esame clinico

Invitiamo il paziente a rimuovere le mascherine al fine di eseguire l’esame obiettivo intraorale e valutare le condizioni di integrità degli allineatori (Fig. 3, 4).

Fig. 3 Osservazione clinica e delle condizioni degli allineatori.
Fig. 3 Osservazione clinica e delle condizioni degli allineatori.
Fig. 4 Osservazione clinica e delle condizioni degli allineatori.
Fig. 4 Osservazione clinica e delle condizioni degli allineatori.

Attraverso l’utilizzo della videocamera intraorale, grazie al terminale intercambiabile (Vista Cam Macro) ispezioniamo con ingrandimento 120x le zone che presentano le white spot (Fig. 5, 6). Cambiando il terminale registriamo la presenza di placca e tartaro sulle superfici linguali e interprossimali dei denti, e ispezioniamo le superfici occlusali dei molari per intercettare eventuali carie (il terminale non rileva carie interprossimali presenti).

Fig. 5 Ingrandimento con videocamera intraorale delle white spot.
Fig. 5 Ingrandimento con videocamera intraorale delle white spot.

L’utilizzo della telecamera permette di mostrare al paziente i siti a rischio e osservare i risultati in tempo reale, rendendolo consapevole e aumentando la compliance, portandolo di conseguenza ad accettare i protocolli terapeutici proposti dal professionista volti a prestare una maggiore attenzione nel controllo del biofilm batterico.

Fig. 6 Ingrandimento con videocamera intraorale delle white spot.
Fig. 6 Ingrandimento con videocamera intraorale delle white spot.

Chiediamo al paziente in che modo igienizza la mascherina e quali manovre di igiene domiciliare utilizza per il controllo del biofilm. Il paziente ci riferisce di utilizzare aceto di vino bianco per la detersione delle mascherine e spazzolino due volte al giorno per la rimozione della placca, ma di non utilizzare presidi interprossimali. Il paziente riferisce di aver trovato questa indicazione su un sito web e manifesta la sua preoccupazione di avere un corretto protocollo di igiene orale domiciliare e delle mascherine.

La decontaminazione

Procediamo a un’attenta osservazione e valutazione delle caratteristiche anatomiche e tissutali del cavo orale, della presenza di eventuali patologie e delle caratteristiche delle superfici da trattare (Fig. 7); osserviamo il biofilm batterico attraverso l’uso del rilevatore di placca alla fluorescina, illuminato dalla lampada fotopolimerizzante. In seguito a questo l’operatore ha potuto procedere al deplaquing e al debridment utilizzando una tecnologia che riunisce in un unico apparecchio un ablatore multifunzionale piezoelettrico e un pulitore a getto d’acqua, aria e polveri di bicarbonato di sodio e glicina, destinato a un trattamento di profilassi completo, sopra e sottogengivale. È stato utilizzato il manipolo per air-polishing con polvere di glicina, formata da particelle più piccole (< 63 µm) per il deplaquing. L’opportunità di poter usare i manipoli orientati a 90° o 120° permette di essere efficaci nel rispetto dei tessuti, erogando il getto in maniera personalizzata e mirata, con un’operatività clinica minimamente invasiva.

Fig. 7 Valutazione delle caratteristiche anatomiche e del biotipo tissutale del cavo orale.
Fig. 7 Valutazione delle caratteristiche anatomiche e del biotipo tissutale del cavo orale.

Trattamento domiciliare delle white spot

Per il trattamento dell’ipersensibilità e per la remineralizzazione delle white spot e degli attacchment ritentivi il paziente è stato invitato a utilizzare una mousse domiciliare ad azione d’urto con tecnologia F-ACP Complex contenente 1450 ppm fluoro (Curasept Biosmalto), dal delicato gusto menta apprezzato dal paziente.

È stato poi indicato di applicare il gel sulle superfici dello smalto per circa 2 minuti 2 volte al giorno su entrambe le arcate per una rapida azione remineralizzante sulle white spot ed eliminazione di eventuali episodi di ipersensibilità dentinale e si chiede di proseguire per una settimana dopo la scomparsa della sintomatologia.

PROTOCOLLO DI MANTENIMENTO DOMICILIARE DEL CAVO ORALE

È stato applicato un protocollo personalizzato di mantenimento igienico domiciliare programmato dal professionista e condiviso con il paziente. Tale protocollo prende in considerazione gli aspetti clinici (biotipo gengivale, presenza/assenza di diastemi, allineamento dentale) e permette di scegliere la tecnologia di spazzolini idonea.

Mostriamo al paziente l’utilizzo dello spazzolino con la tecnica di spazzolamento “tailoring” personalizzata e condivisa (12) (Fig. 8) coadiuvato da un dentifricio a base di ozono, lattoferrina, lisozima e glicerina (Ialozon dentifricio blu, Gemavip) da utilizzare 3 volte al giorno; per il controllo chimico della placca è stato consigliato l’utilizzo di un collutorio a base di ozono (Ialozon blu collutorio, Gemavip) eseguendo uno sciacquo con 10 ml di prodotto 2-3 volte al giorno o secondo necessità. L’olio extravergine di oliva ozonizzato svolge un’azione anestetica, antinfiammatoria e antiedemigena, grazie all’azione reversibile delle neurofibrille che determinano il dolore e l’aumento del trasporto di ossigeno nel sito dell’infiammazione. Esso ha anche un effetto antibatterico tramite inattivazione dello S. mutans.

Fig. 8 Spazzolamento secondo il TBM.
Fig. 8 Spazzolamento secondo il TBM.

L’olio d’oliva, inoltre, si è dimostrato utile per aumentare l’inibizione del fluoruro nella formazione di polisaccaridi extracellulari (EPS) da parte di S. mutans e prevenire la formazione di biofilm (8).

Di recente diversi studi hanno dimostrato l’efficacia combinata dell’olio extravergine di oliva ozonizzato contenuto nel collutorio nel ripristino della salute del tessuto gengivale, nella riduzione dell’accumulo di placca (8,9) e nel prevenire la gengivite (10).

Per il controllo batterico interprossimale sono stati consigliati scovolini monouso in gomma flessibile al fluoro, per la maggior praticità di utilizzo e la riduzione del rischio di traumi papillari dovuti alla minore ampiezza degli spazi interprossimali (Fig. 9).

Fig. 9 Lo scovolino per il controllo del biofilm batterico negli spazi interprossimali.
Fig. 9 Lo scovolino per il controllo del biofilm batterico negli spazi interprossimali.

Si consiglia l’uso di un gel all’ozono (Ialozon gel, Gemavip) in presenza di siti con maggiore infiammazione per la sua significativa capacità di riduzione del dolore e del gonfiore (9); l’ozono presente negli oli potrebbe avere vantaggi rispetto ai mezzi gassosi o acquosi poiché l’olio rimane a contatto con la superficie per un periodo di tempo prolungato, esercitando le sue funzioni in modo più duraturo.

PROTOCOLLO DI MANTENIMENTO DOMICILIARE DELLA MASCHERINA

Consigliamo al paziente di utilizzare uno spazzolino idoneo alla rimozione meccanica della placca (Fig. 10). Il dispositivo ortodontico va sciacquato sotto acqua corrente, evitando di usare acqua calda per non deformarlo, essendo fatto di materiale sensibile alle variazioni termiche; quindi lo si può detergere con un sapone liquido neutro: è sconsigliato l’uso del dentifricio poiché può graffiare la superficie e opacizzarla.

Fig. 10 La rimozione meccanica del biofilm dalla mascherina.
Fig. 10 La rimozione meccanica del biofilm dalla mascherina.

Successivamente, si elimina l’eccesso d’acqua dal spositivo e poi si spruzza 3-4 volte, a una distanza di 5 cm, uno spray igienizzante all’olio di oliva ozonizzato (Ialozon Clean spray Igienizzante, Gemavip) (Fig. 11), la cui sintesi chimica deriva dalle tecnologie dei collutori e non dai detergenti per superfici. Infine, spazzolare con uno spazzolino dedicato.

Fig. 11 Uso dello spray igienizzante all’olio di oliva ozonizzato.
Fig. 11 Uso dello spray igienizzante all’olio di oliva ozonizzato.

Questa procedura è ideale per la capacità di proteggere il dispositivo da batteri, funghi, lieviti e virus. Gli ingredienti uilizzati, in particolare l’olio d’oliva ozonizzato e il cetilpiridinio cloruro, oltre a igienizzare, evitano il maleodore del dispositivo ortodontico e lo mantengono del suo colore originale (7,8). È opportuno l’utilizzo dello spray anche per il contenitore dove viene riposto il dispositivo e su tutti quegli strumenti utilizzati per l’igiene domiciliare, come spazzolino e scovolino: uno studio ha dimostrato come l’utilizzo dell’ozono riduca la carica microbica presente sulle setole dello spazzolino (11).

CONCLUSIONI

Per i pazienti in terapia ortodontica con gli allineatori trasparenti è necessario scegliere terapie domiciliari di igiene orale efficaci e che permettano il controllo di problematiche causate dall’attività batterica come la demineralizzazione dello smalto, l’infiammazione gengivale e l’alitosi.

Il paziente va motivato all’attenta gestione dell’igienizzazione dell’allineatore, facilitata dall’utilizzo di soluzioni ergonomiche come gli spray all’olio ozonizzato.

La terapia proattiva con olio di oliva ozonizzato (spray igienizzante, dentifricio e collutorio) è opportuna poiché si è dimostrata ben apprezzata dal paziente in trattamento ortodontico, salvaguardando la trasparenza dell’allineatore, la luminosità del sorriso e un alito gradevole.

Bibliografia:
  1. Levrini L, Mangano A, Margherini S, Tenconi C, Vigetti D, Muollo R, Abbate gm. ATP Bioluminometers Analysis on the Surfaces of Removable Orthodontic Aligners after the Use of Different Cleaning Methods. Int J Dent 2016; 2016: 5926941.
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  3. Liu CL, Sun WT, Liao W, Lu WX, Li QW, Jeong Y, Liu J, Zhao ZH. Colour stabilities of three types of orthodontic clear aligners exposed to staining agents. Int J Oral Sci 2016 Dec 16;8(4):246-253.
  4. Levrini L, Novara F, Margherini S, Tenconi C, Raspanti M. Scanning electron microscopy analysis of the growth of dental plaque on the surfaces of removable orthodontic aligners after the use of different cleaning methods. Clin Cosmet Investig Dent 2015 Dec 15;7:125-31.
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  9. Nardi GM, Cesarano F, Papa G, Chiavistelli L, Ardan R, Jedlinski M, Mazur M, Grassi R, Grassi FR. Evaluation of salivary matrix metallo-proteinase (MMP-8) in periodontal patients undergoing non-surgical periodontal therapy and mouthwash based on ozonated olive oil: A randomized clinical trial. Int J Environ Res Public Health 2020 Sep; 17(18): 6619.
  10. Nardi GM, Petrariu ES, Papa G, Chiavistelli L, Cesarano F, Mazur M. Effetto dell’olio extravergine di oliva ozonizzato e della clorexidina sulla gengivite indotta da placca: uno studio caso-controllo. Rivista Italiana Igiene Dentale 2020; 16(3):111-115.
  11. Bezirtzoglou E, Cretoiu S-M, Moldoveanu M, Alexopoulos A, Lazar V, Nakou M. A quantitative approach to the effectiveness of ozone against microbiota organisms colonizing toothbrushes. J Dent 2008 Aug;36(8):600-5.
  12. Nardi GM, Sabatini S, Guerra F, Tatullo M, Ottolenghi L. Tailored brushing method (TBM): an innovative simple protocol to improve the oral care. J Biomed 2016; 1:26-31.
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