INTRODUZIONE
Il morbo di Chron è una malattia cronica a carico dell’intestino tenue e colon, rientra nella categoria delle malattie infiammatorie IBD (bowel disease) assieme alla colite ulcerosa (3); i pazienti affetti dalla presente patologia vengono sottoposti a terapia farmacologica per alleviare i sintomi e l’acutizzazione della malattia, i farmaci utilizzati sono generalmente:
- I corticosteroidi che diminuiscono l’attivazione del sistema immunitario e di conseguenza prevengono il progredire della patologia.
- I farmaci immunosoppressori che inducono i linfociti T in necrosi
- Gli aminosalicilati che agiscono come anti-infiammatori sulla mucosa intestinale, diminuendo il rilascio di sostanze infiammatorie.
Gli ultimi dati scientifici hanno stimato quanto il morbo di Chron influenzi la salute del cavo orale: si rileva che le manifestazioni orali variano dal 20 al 50 % (Fig. 1). La mancanza di assorbimento di alcuni nutrienti può comportare una carenza di ferro, vitamina B12 ed acido folico, nel cavo orale si può riscontrare l’incidenza di comparsa di afte, cheliti angolari, stomatite e disfagia. Infatti la disfagia può portare ad una difficoltà nel deglutire e l’aumento della secchezza dovuta alla comparsa di ulcere aftose nel cavo orale, riduce il flusso salivare e aumenta la probabilità di ipomineralizzazione dello smalto.
Caso clinico
Paziente di 25 anni con diagnosi di Morbo di Crohn che viene seguita regolarmente con controlli periodici e richiami d’igiene orale ogni tre mesi, si presenta a studio perché nei periodi di forte stress sente maggiore fastidio e dolorabilità gengivale. Il paziente è in cura e viene seguita regolarmente dal gastroenterologo e segue una precisa alimentazione.
Esame clinico
Si procede ad una prima ispezione del cavo orale con l’utilizzo di una sonda parodontale, l’esame evidenzia un’infiammazione gengivale generalizzata, così si decide di procedere con l’utilizzo di rivelatori di placca, in questo modo la paziente osserva i punti dove stanzia più placca batterica e l’operatore sanitario procede alla motivazione:
- Utilizzo di rivelatori di placca e spazzolino sonico per rimuovere prima della seduta professionale la placca batterica evidenziata.
- Scegliere il tipo di spazzolino adatto alla paziente: in questo caso si è scelto uno spazzolino sonico a setolo morbide, per via della sensazione di forte dolorabilità della paziente.
- Prima di procedere alla rimozione della placca con lo spazzolino sonico, si decide di apporre una piccola quantità di gel a base di olio ozonizzato per alleviare il fastidio alle gengive ed incrementare l’attività di ossigenazione dei tessuti molli.
Nella stessa seduta dopo aver registrato l’indice di placca e i livelli d’infiammazione, si analizza non solo lo stato dei tessuti molli ma anche lo stato di salute dello smalto. Durante l’ispezione dello smalto si evince che la paziente presenta diverse ipomineralizzazioni dello smalto e per questo si effettuano due differenti test (4).
- Test di sensibilità con l’utilizzo di Shiff Air Index, il valore risultante è 1;
- Secondo la classificazione ICDAS registriamo il codice 1.
Strumenti utilizzati durante la seduta operativa
Dopo aver proceduto all’analisi e registrazione dei parametri valutati, si decide di effettuare l’igiene professionale. La scelta di una strumentazione adeguata è volta all’essere meno invasiva possibile nei confronti dei tessuti duri e molli al fine di garantire un maggiore benessere durante la seduta operativa. In base alle condizioni di anamnesi clinica del paziente e dell’esame orale, si decide un tipo di strumentazione clinica mista:
- Utilizzo di punte sottili di diversa inclinazione per adattarsi maggiormente alla diversità anatomica del dente (strumenti Cavitron).
- Polveri ad azione antibatterica: utilizzo della glicina durante la seduta operativa.
- Scelta di coppette per la lucidatura meno atraumatiche per lo smalto e con la stessa efficacia.
- Motivazione prima e dopo la seduta operativa con ausilio di specchio e spazzolino elettrico test drive con testina morbida.
Alla fine della procedura clinica si stabilisce un secondo richiamo per il controllo dell’infiammazione a 15 giorni, mentre a casa la paziente seguirà un protocollo domiciliare con l’impiego di un kit d’igiene personalizzato dato a studio:
- Dentifricio Glic per ridurre lo stress ossidativo
- Gel a base di olio ozonizzato e acido ialuronico
- Spazzolino sonico con scovolini in silicone morbido.
Rivalutazione
Trascorsi i 15 giorni si valuta la paziente con sondaggio parodontale, durante l’esame clinico si evidenzia assenza di dolorabilità e nella registrazione dei parametri degli indici clinici, notiamo: assenza d’infiammazione generalizzata e infiammazione solo su alcuni siti specifici (Fig. 2).
Successivamente si rivaluta lo stato di salute dello smalto, e si registrano parametri indicativi alla sensibilità e alla mineralizzazione con l’aiuto della classificazione ICDAS. A seguito degli indici registrati si decide di applicare una vernice al fluoro con 22,6000 ppm a studio, lasciandola agire per 10 minuti per poi raccomandare al paziente di bere unicamente acqua per le due ore successive al trattamento. Alla fine si stabilisce un richiamo d’igiene orale con rivalutazione dei tessuti duri e molli a 3 mesi. Trascorsi i tre mesi successivi al trattamento d’igiene e remineralizzazione il paziente comunica di non aver riscontrato fastidio e sanguinamento durante le manovre d’igiene. Si decide di procedere al test di sensibilità Shiff Air Index, e si registra questa volta l’indice 0, il paziente non sente stimolazione con l’aria ma presenta ancora visivamente ipomineralizzazioni sui settori degli incisivi superiori. Così si decide di associare assieme alla seduta d’igiene professionale uno sbiancamento a studio per migliorare l’estetica del sorriso.
CONCLUSIONI
Lo scopo del presente studio oltre ad aver rilevato un miglioramento degli indici clinici registrati, è volto a far comprendere l’importanza di elaborare un protocollo operativo pensato e personalizzato al singolo individuo.
Il risultato ottenuto è stato ottenuto grazie alla compliance e alla comunicazione tra operatore sanitario e persona in cura (5).
Il successo di una prevenzione orale che perduri per tutta la vita si ottiene grazie ad un lavoro continuo di comunicazione tra differenti figure:
- operatore sanitario ed il suo team;
- paziente;
- caregiver famigliare.
In questo caso l’igienista dentale che svolge la funzione di operatore sanitario, si trova ad interagire con quadri anamnestici differenti, a lavorare con il team odontoiatrico per aiutare a mantenere o ripristinare la salute orale. Il suo approccio deve essere di natura multidisciplinare e di interazione con più figure professionali per raggiungere come unico obiettivo il benessere della persona (Fig. 3).
Introduzione: Lo scopo del presente articolo è quello di mettere in luce la figura dell’igienista dentale in veste di caregiver orale, e di esporre l’importanza di una comunicazione “attiva” tra paziente ed igienista dentale in quadri anamnestici differenti.
Materiali e Metodi: Nel presente studio è stato riportato il caso di un paziente affetto da Morbo di Chron, il quale è stato sottoposto ad una prima valutazione e registrazione di parametri: Bop e FMBS (1). Il paziente ha seguito differenti protocolli clinici e domiciliari; sono stati impiegati durante la seduta professionale:
-
Strumentazione cavitron con punte differenti
-
Polveri ad azione antibatterica
-
Kit domiciliare con gel a base di olio ozonizzato
Risultati: I risultati ottenuti sono stati di miglioramento degli indici clinici registrati e di benessere percepito dai pazienti. In entrambi i casi è stato essenziale la comunicazione tra operatore sanitario e paziente: allo scopo di ottenere una buona compliance e di far percepire uno stato di benessere protratto nel tempo.
Conclusioni: L’obiettivo del presente studio non ha semplicemente illustrato i miglioramenti clinici ma ha asserito l’importanza dell’ascolto attivo da parte dell’operatore sanitario; per incrementare la compliance e il benessere della singola persona, in una valutazione complessiva e psicologica (2). In questo modo, l’igienista dentale arricchisce la propria figura in qualità di caregiver orale.
The dental hygienist as oral caregiver
Introduction: The aim of this article is to highlight the figure of the dental hygienist as an oral care giver, and to expose the importance of ‘active’ communication between patient and dental hygienist in different anamnestic pictures.
Materials and Methods: In the present study, the case of a patient suffering from Chron’s disease was reported, who underwent an initial evaluation and recording of parameters: Bop and FMBS.
The patient followed different clinical and home protocols:
-
Cavitron instrumentation with different tips
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Antibacterial action powders
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Home kit with ozonated oil gel
Results: The results obtained were an improvement in the clinical indices recorded and in the well-being perceived by the patients. In both cases, communication between health worker and patient was essential: in order to achieve good compliance and to make patients perceive a prolonged state of well-being.
Conclusions: The aim of the present study was not simply to illustrate clinical improvements but to assert the importance of active listening on the part of the health worker; to increase compliance and the well-being of the individual, in an overall and psychological evaluation. In this way, the dental hygienist enriches his or her role as an oral care giver.