Introduzione
La prima vocazione della medicina era curare la malattia. Gli antichi Greci distinguevano Igea da Panacea, separando la prevenzione dalla cura. La medicina moderna ha iniziato a considerare il ruolo importante dei fattori di rischio nello sviluppo della malattia. Ciò significa però anche che i medici devono accettare che il fattore eziologico da solo non è sempre sufficiente per produrre un cambiamento negativo in un corpo sano. Considerare i fattori di rischio significa anche accettare l’eziologia multifattoriale per molte malattie, avere diversi parametri da monitorare quando si esamina un paziente, ma significa anche avere più di un’opportunità e strategia da scegliere. Il nuovo orientamento della Medicina è di essere sempre di più centrati sul paziente che sulla malattia. Si parla spesso di approcci olistici e a oggi considerare una malattia come sola conseguenza di genetica e batteri può essere anacronistico. Stato sociale, genere, età ed altri determinanti sociali non possono essere trascurati: è tempo di considerare lo stile di vita come l’ambiente ideale o sfavorevole per una persona per diventare un soggetto sano oppure un paziente. L’accesso all’istruzione, un’alimentazione adeguata, l’attività fisica e le opportunità di svago influenzano la salute come definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: “la Salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la mera assenza di malattia”.
Come sappiamo, il cavo orale è un’attenta sentinella della salute sistemica, oltre che un apparato da salvaguardare per garantire importanti funzioni per l’essere umano. Dalla bocca, e quindi dalla sua salute, dipendono direttamente la nutrizione ed indirettamente la vita di relazione. Se una corretta masticazione consente di nutrirsi in maniera appropriata, un sorriso curato migliora l’autostima e la buona disposizione del prossimo nei nostri confronti. In tal senso è importante che i professionisti della salute siano non solo promotori, ma anche operatori “sani” in grado di ispirare i pazienti a seguire le corrette abitudini di stili di vita che loro stessi rappresentano. Questa visione deve coinvolgere tutti i professionisti della salute e ogni settore della medicina, evitando il paradosso di un ortopedico fumatore, un igienista dentale obeso, un infermiere ansioso.
Riguardo la salute orale, la letteratura scientifica afferma che la maggior parte delle patologie orali possono essere evitate seguendo un appropriato programma di mantenimento (1). Se l’odontoiatra è il professionista di riferimento del team odontoiatrico, l’igienista dentale è il professionista deputato al mantenimento della salute orale. Il controllo dell’accumulo del biofilm orale è certamente il fattore chiave nella prevenzione di patologie orali come carie e gengivite, ma non l’unico. Seguendo un approccio di medicina degli stili di vita, odontoiatra ed igienista dentale devono valutare abitudini alimentari, idratazione, uso di tabacco, assunzione di farmaci, fattori stressogeni. Quindi, se odontoiatri e igienisti dentali devono essere consapevoli delle loro condizioni orali e dei loro fattori di rischio, anche gli altri operatori sanitari devono adottare abitudini salutari ed essere in grado di cambiarle qualora scorrette. Capita spesso di trovarsi in presenza di personale medico e paramedico con denti pigmentati a causa di alimenti o uso di tabacco, con elementi mancanti o gengive arrossate e gonfie. Questi sono alcuni dei fattori che dimostrano scarsa cura del proprio cavo orale, associata probabilmente ad altrettanto scarsa conoscenza di salutari abitudini di igiene orale.
In letteratura esistono studi sulle conoscenze di alcune figure sanitarie in merito a prevenzione orale e stili di vita (2, 3, 4) riferite a singole realtà nazionali. Si è voluto perciò valutare questo tipo di consapevolezza da parte di professionisti sanitari e studenti del nostro ateneo. Lo scopo di questo lavoro è stato quindi indagare, tramite un questionario autosomministrato, le conoscenze circa l’igiene orale di un campione generico di operatori e studenti dei corsi di laurea afferenti alla facoltà di Medicina e Odontoiatria di Sapienza Università di Roma, senza porre attenzione alla professione medica o sanitaria di appartenenza, ritenendola non importante per conoscere e attuare in prima persona le buone abitudini salutari. Questa indagine pilota fa parte di un’indagine conoscitiva più ampia e trasversale a più aspetti della salute organizzata nell’ambito del Corso di Alta Formazione in “Health sciences and oral hygiene. The lifestyle medicine” di Sapienza Università di Roma.
Materiali e metodi
Il questionario
Per la fase preliminare sono stati intervistati telefonicamente dallo stesso operatore 22 igienisti dentali italiani provenienti da diverse città, selezionati in quanto corsisti ed ex corsisti del master Tecnologie avanzate nelle scienze di igiene orale di Sapienza Università di Roma. È stato chiesto ad ognuno di loro di individuare 4 argomenti che ritenessero utile affrontare con il paziente durante la prima visita al fine di impostare al meglio il proprio piano di trattamento. All’operatore era stato chiesto di limitarsi a porre la domanda senza fornire esempi o altri suggerimenti che potessero in alcun modo condizionare la risposta degli intervistati. Si è deciso di considerare utili per lo studio gli argomenti che fossero presenti nelle risposte di almeno 10 igienisti dentali.
Valutando le risposte date, sono stati riscontrati più frequentemente i seguenti argomenti:
- presidi utilizzati per l’igiene orale: 22 risposte;
- tecnica di spazzolamento: 22 risposte;
- tempo di spazzolamento: 18 risposte;
- tempo trascorso dall’ultima igiene professionale: 15 risposte;
- abitudini alimentari: 11 risposte.
La tabella 1 riassume i risultati delle interviste.
Argomento | N. risposte |
---|---|
Strumenti per l’igiene domiciliare | 22 |
Tecnica di spazzolamento | 22 |
Tempo di spazzolamento | 18 |
Tempo trascorso dall’ultima igiene professionale | 15 |
Abitudini alimentari | 11 |
Tenendo conto delle risposte fornite dal campione di igienisti intervistati e degli obiettivi dello studio, due operatori hanno elaborato un questionario da autosomministrare in forma anonima contenente 17 domande a risposta chiusa o multipla per raccogliere le seguenti informazioni:
- genere, anno di nascita, livello di istruzione;
- strumenti utilizzati per l’igiene orale domiciliare;
- metodo di spazzolamento adottato;
- conoscenza della relazione tra abitudini alimentari e spazzolamento;
- informazioni sull’igiene orale professionale.
Somministrazione del questionario
Per lo studio pilota sono stati intervistati, da 3 operatori, 40 soggetti reclutati su base volontaria tra gli operatori sanitari di diversa estrazione professionale o studenti di corsi di laurea afferenti alla facoltà di Medicina e Odontoiatria di Sapienza Università di Roma. Non è stato richiesto ai partecipanti di specificare la professione o il corso di laurea di appartenenza, poiché l’obiettivo di questo lavoro era considerare le conoscenze di un campione generico dell’area medico-sanitaria riguardo le abitudini di igiene orale, ritenendo non importante la specialità conseguita o la formazione di base per la conoscenza e l’attuazione delle abitudini salutari. Per questo motivo, non è possibile determinare la prevalenza all’interno del campione di odontoiatri o igienisti dentali.
I professionisti erano il 67,5% del campione (27 soggetti) e gli studenti il 32,5% del campione (13 soggetti). Sono stati raccolti 40 questionari compilati (nessun intervistato ha rifiutato). L’età media del campione era 31,6 anni (± 7,8). Hanno risposto 25 donne e 15 uomini.
Analisi delle risposte ed elaborazione dei dati
Un operatore ha verificato la correttezza nella compilazione dei questionari affinché non si generassero bias nell’elaborazione dei dati ed analizzato le risposte date.
Risultati
Essendo i questionari anonimi, non è possibile distinguere la professione degli operatori, ma solo tra professionisti e studenti, per via del titolo di studio dichiarato. Tra i professionisti, il 10% del campione (n. 4) ha dichiarato un livello di formazione post laurea (master, specializzazione, dottorato) (Tab. 2).
Domanda 3 | n. risposte |
---|---|
1 Post laurea | 4 |
2 Laurea | 23 |
3 Diploma sc. superiore | 13 |
Per semplificazione della lettura e in funzione della successiva discussione, in questa sezione le distribuzioni delle risposte degli intervistati alle domande dalla 4 alla 17 saranno presentate singolarmente.
Domanda 4: il 55% degli intervistati (22 soggetti) ha dichiarato di affidarsi all’igienista dentale per la scelta degli strumenti per l’igiene orale domiciliare, mentre il 35% (n. 14) li sceglie autonomamente, il 2,5% (n. 1) affida la scelta solo al dentista, il 2,5% al dentista e all’igienista, il 2,5% al dentista o da solo, il 2,5% usa ciò che trova in casa e che altri hanno comprato (Tab. 3).
Domanda 4 | n. risposte |
---|---|
1 Autonomamente | 14 |
2 Suggeriti dal dentista | 1 |
3 Suggeriti dall’igienista | 22 |
4 Scelto da altri a casa | 1 |
1 e 2 | 1 |
2 e 3 | 1 |
Domanda 5: gli strumenti proposti nelle risposte erano: spazzolino manuale, spazzolino elettrico, filo interdentale, scovolino. Il 20% del campione (8 intervistati) usa solo lo spazzolino elettrico, il 17,5% (n. 7) solo lo spazzolino manuale, il 15% (n. 6) spazzolino manuale e filo interdentale, il 12,5% (n. 5) usa tutti gli strumenti proposti, il 10% (n. 4) spazzolino elettrico e filo interdentale, il 7,5% (n. 3) spazzolino elettrico e scovolino, il 5% (n. 2) spazzolino manuale e scovolino, il 5% spazzolino manuale, spazzolino elettrico e filo interdentale, il 2,5% (n. 1) spazzolino manuale, filo interdentale e scovolino, il 2,5% spazzolino elettrico, filo interdentale e scovolino (Tab. 4).
Domanda 5 | n. risposte |
---|---|
Spazz. manuale | 7 |
Spazz. elettrico | 8 |
Tutti i presidi | 5 |
Entrambi i tipi di spazzolino | 1 |
Spazz. manuale e filo interdent. | 6 |
Spazz. manuale e scovolino | 2 |
Spazz. elettrico e filo interdent. | 4 |
Spazz. elettrico e scovolino | 3 |
Spazz. manuale ed elettrico e filo interdent. | 2 |
Spazz. manuale, filo e scovolino | 1 |
Spazz. elettrico, filo e scovolino | 1 |
Domanda 6a: 24 intervistati usano lo spazzolino manuale. Il 66,6% di loro (n. 16) sostituisce lo spazzolino manuale ogni due mesi, il 16,6% (n. 4) ogni mese, il 12,5% (n. 3) ogni sei mesi, il 4,1% (n. 1) più di una volta al mese (Tab. 5).
Domanda 6a | n. risposte |
---|---|
1 meno di un mese | 1 |
2 un mese | 4 |
3 due mesi | 16 |
4 sei mesi | 3 |
Domanda 6b: 24 intervistati usano lo spazzolino elettrico. Il 45,8% di loro (n. 11) sostituiscono la testina dello spazzolino elettrico ogni due mesi, il 29,1% (n. 7) ogni sei mesi, il 12,5% (n. 3) una volta l’anno, l’8,3% (n. 2) ogni mese, il 4,1% (n. 1) più di una volta al mese (Tab. 6).
Domanda 6b | n. risposte |
---|---|
1 meno di un mese | 1 |
2 un mese | 2 |
3 due mesi | 11 |
4 sei mesi | 7 |
5 un anno | 3 |
Domanda 7: il 35% del campione (14 intervistati) usa collutori per problemi gengivali, il 32,5% (13) non ne fa uso, il 17,5% (n. 7) ne usa per l’ipersensibilità, il 15% (n. 6) per l’alitosi (Tab. 7).
Domanda 7 | n. risposte |
---|---|
1 no | 13 |
2 per la sensibilità | 7 |
3 per problemi gengivali | 14 |
4 per l’alitosi | 6 |
Domanda 8: il 37,5% del campione (15 intervistati) usa dentifrici anticarie, il 30% (12) per l’ipersensibilità, il 17,5% (n. 7) per problemi gengivali, il 10% (n. 4) sbiancanti, il 2,5% (n. 1) anticarie e per problemi gengivali, il 2,5% (n. 1) per problemi gengivali e sbiancanti (Tab. 8).
Domanda 8 | n. risposte |
---|---|
1 anticarie | 15 |
2 antigengivite | 7 |
3 per l’ipersensibilità | 12 |
4 sbiancanti | 4 |
1 e 2 | 1 |
2 e 4 | 1 |
Domanda 9: il 55% del campione (22 intervistati) usa una tecnica raccomandata dall’igienista dentale, il 35% (n. 14) scelta autonomamente, il 7,5% (n. 3) suggerita dall’odontoiatra, il 2,5% (1) raccomandata da odontoiatra ed igienista dentale (Tab. 9).
Domanda 9 | n. risposte |
---|---|
1 odontoiatra | 3 |
2 igienista dentale | 22 |
3 autonomamente | 14 |
1 e 2 | 1 |
Domanda 10: il 47,5% del campione (19 intervistati) esegue una combinazione di movimenti circolari, orizzontali e verticali per spazzolare, il 12,5% (n. 5) circolari, il 12,5% (n. 5) non sa, il 10% (n. 4) verticali, il 7,5% (n. 3) circolari e verticali, il 5% (n. 2) orizzontali, il 2,5% (n. 1) circolari e orizzontali, il 2,5% (n. 1) spazzola a caso (Tab. 10).
Domanda 10 | n. risposte |
---|---|
1 circolari | 5 |
2 orizzontali | 2 |
3 verticali | 4 |
4 una combinazione di 1, 2 e 3 | 19 |
5 a caso | 1 |
6 non so | 5 |
1 e 2 | 1 |
1 e 3 | 3 |
Domanda 11: il 55% del campione (22 intervistati) spazzola la lingua con lo spazzolino, il 30% (n. 12) non la spazzola e il 15% (n. 6) usa un nettalingua (Tab. 11).
Domanda 11 | n. risposte |
---|---|
1 con lo spazzolino | 22 |
2 col nettalingua | 6 |
3 no | 12 |
Domanda 12: il 35% del campione (14 intervistati) spazzola i denti la mattina a digiuno e la sera, il 27,5% (n. 11) dopo colazione e la sera, il 20% (n. 8) dopo ogni pasto della giornata, il 7,5% (n. 3) la mattina dopo colazione, il 5% n. 2) la sera, il 2,5% (n. 1) la mattina a digiuno e il 2,5% (n. 1) la mattina a digiuno e dopo ogni pasto della giornata (Tab. 12).
Domanda 12 | n. risposte |
---|---|
1 la mattina a digiuno | 1 |
2 la mattina dopo colazione | 3 |
3 la sera | 2 |
4 la mattina a digiuno e la sera | 14 |
5 dopo colazione e la sera | 11 |
6 dopo ogni pasto | 8 |
1 e 6 | 1 |
Domanda 13: il 55% del campione (n. 22 intervistati) spazzola i denti 30 minuti dopo aver mangiato, il 32,5% (n. 13) non mette in relazione tra loro le due attività, il 12,5% (n. 5) spazzolano subito dopo (Tab. 13).
Domanda 13 | n. risposte |
---|---|
1 subito dopo | 5 |
2 dopo 30 minuti | 22 |
3 non c’è relazione tra le due cose | 13 |
Domanda 14: l’82,5% del campione (33 intervistati) è a conoscenza che alcuni alimenti possono favorire l’erosione dentale, il restante 17,5% (n. 7) non lo sono (Tab. 14).
Domanda 14 | n. risposte |
---|---|
1 si | 33 |
2 no | 7 |
Domanda 15: l’85% del campione (34 intervistati) è a conoscenza che alcune abitudini alimentari possono favorire l’insorgenza della carie, il restante 15% (n. 6) no (Tab. 15).
Domanda 15 | n. risposte |
---|---|
1 si | 34 |
2 no | 6 |
Domanda 16: il 47,5% del campione (19 intervistati) si sottopone a visita odontoiatrica una volta l’anno, il 20% (n. 8) ogni sei mesi, il 17,5% (n. 7) quando suggerito dal professionista, il 15% (n. 6) ogni tre mesi (Tab. 16).
Domanda 16 | n. risposte |
---|---|
1 ogni 3 mesi | 6 |
2 ogni 6 mesi | 8 |
3 una volta l’anno | 19 |
5 quando suggerito dal professionista | 7 |
Domanda 17: l’85% del campione (34 intervistati) si affida ad un igienista dentale per l’igiene orale professionale, il restante 15% (n. 6) no (Tab. 17).
Domanda 17 | n. risposte |
---|---|
1 si | 34 |
2 no | 6 |
Discussione
Nessuno degli intervistati ha rifiutato la compilazione del questionario, ed in particolare ogni risposta è pervenuta spontaneamente entro 48 ore dalla richiesta. La compilazione non è quindi risultata gravosa o non gradita a nessuno dei partecipanti allo studio.
Dal campione esaminato, di 40 soggetti, risulta una maggior prevalenza di donne nelle professioni di area medica, con un rapporto maschi/femmine di 3:5. Vista la ridotta dimensione del campione, questo risultato non può essere interpretato come rappresentativo della popolazione di professionisti sanitari e studenti di professioni sanitarie, ma sembra in accordo con il crescente aumento di laureate rispetto ai laureati nei corsi di laurea di area medica, come dimostrano i dati pubblicati dall’anagrafe del MIUR (5).
Tra i 27 professionisti partecipanti allo studio, solo 4 (14,8%) hanno dichiarato un livello di formazione post laurea già conseguito (Tab. 2).
Per la scelta degli strumenti per l’igiene orale domiciliare (Tab. 3), 24 intervistati si rivolgono ad un professionista e si affidano completamente a lui, mentre uno si affida al dentista o sceglie da solo. Quattordici scelgono autonomamente e uno delega la scelta ad altri membri del nucleo familiare. Sommando queste ultime due categorie (14 + 1), si può affermare che il 37,5% del campione non ha ancora compreso l’importanza del mantenimento igienico domiciliare, non affidando la scelta degli strumenti ad un professionista che ne conosca al meglio le caratteristiche e sappia consigliarle in base alle necessità del paziente. Tra coloro che affidano al professionista questa scelta, 25 in totale, 22 si rivolgono a un igienista dentale e uno al dentista o l’igienista. L’igienista dentale risulta la figura più largamente riconosciuta come delegata alla programmazione del mantenimento igienico domiciliare.
Dalla scelta di una o più opzioni tra spazzolino manuale, spazzolino elettrico, filo interdentale e scovolino (Tab. 4), tra gli intervistati è emerso che 16 di loro (40%) usano solo lo spazzolino, non considerando gli spazi interdentali o ritenendo che lo spazzolino sia sufficiente per la detersione anche di questi siti. Secondo la Cochrane Collaboration (6) lo spazzolino elettrico roto-oscillante rispetto a quello manuale è più efficace nella rimozione della placca e sovrapponibile in termini di sicurezza di utilizzo. Viene utilizzato da 24 partecipanti allo studio (60%); 16 lo usano come unico spazzolino, 8 lo abbinano e alternano a quello manuale.
Una revisione che confrontava l’efficacia di diversi strumenti per l’igiene interdentale nella rimozione della placca (7) ha evidenziato come lo scovolino sia lo strumento più efficace per questo scopo. Dei 24 partecipanti che usano uno strumento per l’igiene interdentale, solo 12 (50% di questo sottocampione) scelgono lo scovolino, e solo 5 lo usano senza abbinarlo al filo interdentale.
Una condizione importante per l’efficacia di uno strumento è che non sia usurato. In questo studio, solo 3 dei 27 soggetti che usano lo spazzolino manuale arrivano a sostituirlo ogni sei mesi, e nessuno supera questo limite di tempo, mentre la maggior parte, 19, lo sostituiscono ogni due mesi (Tab. 5). I tempi si allungano per quanto riguarda la sostituzione della testina dello spazzolino elettrico (Tab. 6), 3 dei 24 utilizzatori (12,5%) arrivano a sostituirla addirittura una volta l’anno, e 7 (29,1%) ogni 6 mesi. Sebbene il numero degli utilizzatori dello spazzolino manuale e di quello elettrico sia quasi sovrapponibile, c’è meno consapevolezza sull’utilizzo di quest’ultima.
Il 32,5% del campione non usa i collutori (Tab. 7) e, secondo l’American Dental Association questo non pregiudica l’efficacia delle manovre igieniche domiciliari, poiché il controllo meccanico è ritenuto sufficiente per la disorganizzazione del biofilm orale.
I dentifrici si confermano essere gli ausili chimici più utilizzati per l’igiene domiciliare, nessuno degli intervistati ha dichiarato di non utilizzarli (Tab. 8). Subito dopo quelli anticarie (15 risposte) i più utilizzati sono quelli per l’ipersensibilità (12 risposte). L’elevato uso di questi dentifrici trova riscontro nella prevalenza di ipersensibilità, stimata in altri studi tra l’8% e il 57% (8, 9).
Riguardo la tecnica di spazzolamento (Tab. 9), l’igienista dentale risulta ancora essere il professionista preferito a cui affidare la scelta, con il 57,5% di risposte totali (n. 23). Tuttavia, il 35% (14) ha dichiarato di scegliere autonomamente come spazzolare e, rispondendo alla domanda successiva (Tab. 10), il 47,5% (n. 19) dichiara di usare una combinazione di movimenti, e il 15% (n. 6) non presta attenzione ai movimenti che esegue. Ciò conferma che le principali tecniche di spazzolamento attualmente descritte, come quella di Bass modificata, di Leonard, di Charter, di Fones, risultano viziate da eccessivi tecnicismi, oltre che ormai obsolete poiché tutte risalenti alla prima metà del Novecento. Fa eccezione la tecnica di Tailoring (10), in quanto questo nuovo protocollo non prevede si presti attenzione al tipo di movimento, bensì alla scelta dello strumento secondo le caratteristiche del paziente.
Anche se è ormai ampiamente riconosciuto che il dorso linguale sia l’habitat ideale per la crescita del biofilm orale (11), il 30% del campione dichiara di non pulire la lingua (Tab. 11).
Il 62,5% (25) spazzola i denti due volte al giorno, la mattina e la sera, in accordo con le raccomandazioni ampiamente diffuse tra i professionisti. Il 20% spazzola dopo ogni pasto della giornata: ciò significa che mette in stretta correlazione l’igiene orale domiciliare con l’assunzione di cibo (Tab. 12). Tuttavia, non si può affermare che il restante 80% non associ tra loro le due attività. Infatti, alla domanda successiva, soltanto il 32,5% ha dichiarato di non tener conto di quanto tempo debba intercorrere tra il pasto e lo spazzolamento e di non associare le due attività tra loro (Tab. 13). Tra le funzioni dello spazzolamento c’è sicuramente quella di rimuovere i detriti di cibo dal cavo orale, ma il suo obiettivo principale resta la disorganizzazione del biofilm orale. Fortunatamente, solo il 12,5% del campione spazzola i denti subito dopo aver mangiato, momento in cui l’azione tampone della saliva non ha ancora ristabilito i livelli del pH orale e lo spazzolamento potrebbe quindi risultare troppo aggressivo poiché praticato in ambiente fortemente acido.
L’82,5% dei soggetti partecipanti allo studio era a conoscenza che alcuni cibi possono favorire l’erosione dentale (Tab. 14), correlazione ormai ampiamente affermata dalla letteratura (12, 13).
L’85% era a conoscenza che alcuni alimenti possono favorire più di altri l’insorgenza della carie dentaria (14) (Tab. 15).
Quasi la metà del campione, il 47,5% si sottopone a visita odontoiatrica una volta l’anno (Tab. 16), come ampiamente raccomandato dalle principali società scientifiche odontoiatriche.
L’igienista dentale risulta essere l’operatore preferito per l’igiene orale professionale, soltanto il 15% del campione non vi sia affida per questa procedura (Tab. 17).
Conclusioni
Questa indagine pilota ha il limite di avere un ridotto campione di soggetti esaminati, ma presenta punti di forza, quali il rigore metodologico nella realizzazione del questionario ad hoc, la selezione del campione di partecipanti e l’accuratezza delle procedure di raccolta ed elaborazione dei dati.
L’igienista dentale risulta la figura più largamente riconosciuta come delegata alla programmazione del mantenimento igienico domiciliare e come professionista a cui affidarsi per l’igiene orale professionale.
Questa indagine conferma che la corretta esecuzione delle principali tecniche di spazzolamento attualmente descritte in letteratura risulta difficile: il 62,5% dei partecipanti esegue una combinazione di movimenti o non vi presta attenzione. Queste tecniche sono quelle tuttora previste nei programmi di formazione ed insegnate nei Corsi di Studio in Igiene Dentale. Sarebbe auspicabile un ammodernamento della formazione in tal senso.
Il campione di professionisti sanitari e di studenti si è rivelato abbastanza competente in materia di igiene orale. Le correlazioni tra le abitudini alimentari e l’insorgenza di carie o lo sviluppo di erosioni sono infatti note alla maggior parte degli intervistati.
Sarebbe utile ampliare il campione e confrontarlo con uno eterogeneo per comprendere meglio le conoscenze in materia di igiene orale allo scopo di definire strategie di prevenzione sempre più mirate.
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