Con questo articolo apriamo un’ultima parentesi sulla nutrizione, dopo aver dedicato lo scorso anno al ripasso sulle basi dell’alimentazione, elencando i vari nutrienti, apparentemente con macro e i microalimenti potrebbe sembrare conclusa la fase introduttiva sull’alimentazione.
Esistono però anche altri tipi di nutrienti, che non sono stati trattati sulla rivista, e che hanno un ruolo fondamentale in salutogenesi. Queste molecole, appartenenti principalmente al mondo vegetale ma anche animale, sono importantissime per l‘omeostasi del corpo umano.
Per quanto riguarda le molecole vegetali, nelle piante sono presenti sostanze organiche che fungono da potenziatori e inibitori della solubilità, dell’assorbimento in generale e altre sostanze che hanno un effetto fisiologico, tale da poter alterare, sinergizzare le funzioni biologiche in generale e dell’assorbimento dei nutrimenti. Ma non solo: esse possono interagire con tutti i processi metabolici dell’organismo, sono importanti per la nostra salute e il funzionamento cellulare.
Ci è capitato spesso di sentire esaltare un prodotto perché ricco in polifenoli, oppure perché contiene flavonoidi o quercetina, acidi grassi o enzimi.
Interessante, ma cosa sono?
Polifenoli
Queste molecole costituiscono un gruppo eterogeneo di sostanze naturali, particolarmente note per la loro azione positiva sulla salute umana (non a caso, sono talvolta indicati con il termine vitam ina P). In natura i polifenoli vengono prodotti dal metabolismo secondario delle piante, cioè quel metabolismo cui sottendono le reazioni correlate alla vita di interrelazione con l’esterno. Dal punto di vista chimico, i polifenoli sono molecole composte da più cicli fenolici condensati (composti organici che possiedono uno o più gruppi ossidrilici – OH – legati a un anello aromatico). Di questa categoria di sostanze fanno parte i flavonoidi.
I flavonoidi sono dei composti polifenolici, metaboliti secondari delle piante. Sono principalmente idrosolubili, in genere presenti nella pianta come glicosidi e nella stessa pianta un aglicone può esistere in combinazione con diversi zuccheri (glicone).
Potenti antiossidanti, sono utili per garantire l’ottimale funzionamento di fegato, sistema immunitario e capillari; contribuiscono inoltre alla prevenzione di numerose patologie, come quelle cardiovascolari, infiammatorie e persino alcune forme tumorali. L’ampia varietà di azioni biologiche ascritte ai flavonoidi dipende in gran parte dalla loro capacità di bloccare il danno provocato dai radicali liberi, che si correla in maniera importante con molte patologie croniche degenerative. Queste sostanze fanno parte della categoria degli eterosidi.
Eterosidi
Gli eterosidi rappresentano una importante classe di sostanze che risultano essere caratterizzate da una polivalente attività fisiologica. Sono dei composti che derivano dalla combinazione di un gruppo riducente di uno zucchero e il gruppo funzionale di una molecola non zuccherina. La parte zuccherina prende il nome di glicone e quella non zuccherina di aglicone (1).
Quercetina: stiamo sempre parlando della stessa sostanza che potrebbe essere, per esempio, la quercetina: un flavonoide che ha delle interessanti caratteristiche di azione fisiologica. In particolare la quercetina è un potente antiossidante che chela i metalli, disattiva i radicali e previene l’ossidazione delle lipoproteine a bassa densità. Come abbiamo detto è un flavonoide contenuto in tanti alimenti di origine vegetale in particolare nel vino rosso (uva), mele (forse da qui il detto: una mela al giorno leva il medico di torno), olive, cipolle, broccoli e capperi (2).
Rutina: un altro flavonoide interessante che troviamo negli alimenti è la rutina che regola la permeabilità dei capillari aumenta la resistenza dell’endotelio vasale e la si può trovare in alimenti come grano saraceno, asparagi, agrumi, frutti di bosco e nella vite (3).
Acidi grassi
Abbiamo anche citato gli acidi grassi, quelli che ci interessano a livello nutrizionale sono gli acidi grassi polinsaturi o acidi grassi essenziali. Questi si dividono in AL o ALA, rispettivamente acido linolenico e alfa-linolenico.
Gli acidi AL sono presenti nei grassi di suini e pollame, ma sicuramente la fonte sia di maggior qualità che quantità è l’olio d’oliva, anche se possiamo trovarlo anche nell’olio di girasole e colza. Per quanto riguarda gli acidi ALA, ne sono fonti apprezzabili oltre all’olio di colza verdure come gli spinaci, la lattuga oppure i legumi. La loro assunzione è indispensabile per l’accrescimento e per il mantenimento in salute di cute, fegato e apparati riproduttivi (4).
Enzimi
Ultimi in ordine di citazione: gli enzimi, che sono dei catalizzatori capaci di accelerare la velocità delle reazioni chimiche. Gli enzimi agiscono su idrolasi, amilasi, inulasi, proteasi eccetera.
Alcuni enzimi che hanno attività biologica nella proteasi sono bromelina e papaina di origine vegetale. Questi sono enzimi proteolitici, ad alta efficacia e ampio spettro di applicazione, comunemente presenti nella nostra alimentazione. Assunti sia singolarmente che uniti tra loro agiscono in sinergia in modo da regolare il sistema immunitario e ristabilire le condizioni ideali per contrastare l’infiammazione dei tessuti, innescando le seguenti azioni: antinfiammatoria, detumescente naturale e modulante del pool delle citochine che si esprimono quando vi è infiammazione. Inoltre, facilitano e accelerano il fisiologico ripristino nei processi acuti infiammatori, migliorano, alleviano e, infine, eliminano gli effetti dei mediatori dell’infiammazione che non sono più in equilibrio, hanno effetto digestivo.
La bromelina è un enzima vegetale estratto dal corpo centrale del frutto dell’ananas. La sua azione biologica non è ancora chiara. Sembra sia in grado di spezzare le molecole di fibrina, una proteina che rende il sangue denso e può impedire la circolazione. La bromelina sembra anche in grado di alterare la produzione di sostanze che causano dolore e gonfiore.
La papaina è un enzima vegetale, proteolitico, appartenente alla classe delle idrolasi, si estrae dal frutto immaturo della papaia. Dal punto di vista funzionale, è un analogo vegetale della pepsina umana. Questo enzima interviene nella degradazione degli immunocomplessi circolanti fortemente coinvolti nei processi infiammatori e allergici (5).
Conclusione
Come si può evincere da quanto qui esposto esiste un mondo nella nutrizione che spesso viene ignorato e che noi, in quanto categoria di igienisti dentali, potremmo fare nostro. Chiaramente quanto sopra riportato è solo un accenno e, data la vastità e la complessità dell’argomento, costituisce uno spunto per approfondirne l’utilizzo nella nostra pratica clinica quotidiana.
Come sempre l’intento è quello di portarvi alla riflessione e al ragionamento e alla valutazione di considerazioni sulla pratica clinica dell’igiene dentale.
Bibliografia
1
Pedretti M. Chimica e farmacologia delle piante medicinali. Ed. Erboristeria domani – libri, studio edizioni sas: Milano; 1983. P. 32.
2
Dewick PM. Chimica, biosintesi e bioattività delle sostanze naturali. II Ed. Piccin: Padova; 2013. P. 171.
3
Capasso F. Farmacognosia. Springer Ed.: Milano; 2014. P. 256.
4
Capasso F. Farmacognosia. Springer Ed.: Milano; 2014. P. 138, 139, 140.
5
Sarri S. Integratori in odontoiatria e igiene orale. Ariesdue: Milano; 2016. P. 195, 196, 197.