Effect of whitening dentifrice on micro hardness, colour stability and surface roughness of aesthetic restorative materials
Roopa KB, Basappa N, Prabhakar AR, Raju OS, Lamba G.
J Clin Diagn Res 2016 Mar;10(3):ZC06-11.
Scopo Gli agenti sbiancanti nei nuovi dentifrici possono avere effetti deleteri sulle ricostruzioni estetiche. Il presente studio ha valutato gli effetti in vitro dei dentifrici sbiancanti sulla microdurezza, sulla stabilità del colore e sulla rugosità di superficie dei materiali estetici da restauro.
Metodi e materiali Sono stati preparati 40 campioni di compomero e di composito usando stampi in ottone. I campioni sono stati poi equamente divisi in 4 gruppi. Gruppo I (20 dischi di compomero sottoposti a spazzolamento con i dentifrici convenzionali), Gruppo II (20 dischi di composito sottoposti a spazzolamento con dentifrici convenzionali), Gruppo III (20 dischi di compomero sottopostia spazzolamento con dentifrici sbiancanti) e Gruppo IV (20 dischi di composito sottoposti a spazzolamento con dentifrici sbiancanti). Ogni gruppo è stato prima diviso in due sottogruppi, dove 10 campioni sono stati sottoposti a spazzolamento con i rispettivi dentifrici per 2 settimane e gli altri 10 per 4 settimane. Per la valutazione della microdurezza, la stabilità del colore e la rugosità di superficie sono stati utilizzati rispettivamente la macchina per i test sulla micro-durezza, lo spettrometro e la macchina per i test sulla rugosità di superficie. Le interpretazioni iniziali e finali sono state prese per ogni campione e la differenza ottenuta è stata sottoposta ad analisi statistiche. L’ANOVA è stato usato per effettuare comparazioni multiple dei gruppi seguito dal test Post-Hoc di Turkey. Questo accoppiamento di test viene usato per la comparazione intra gruppi e i test non accoppiati per la comparazione dei gruppi in maniera indipendente.
Risultati Il compomero e il composito non hanno mostrato differenze significative sulla microdurezza né con le paste dentifrice convenzionali, né con quelle sbiancanti sia a 2 sia 4 settimane, sebbene c’è stato un leggero significativo cambiamento di colore osservato dopo l’uso di paste dentifrice sbiancanti sia per i compomeri che per i compositi. Riguardo alla rugosità di superficie, c’è un cambiamento significativo nella rugosità dopo l’uso di entrambi i dentifrici sia quello convenzionale che quello sbiancante con il compomero e il composito. Tuttavia, la pasta dentifricia sbiancante ha un cambiamento significativo sulla rugosità di superficie rispetto all’uso del dentifricio convenzionale. La rugosità aumentata nell’arco delle 4 settimane viene inoltre comparata con quella a 2 settimane.
Conclusione Il colore, la rugosità di superficie e la microdurezza sono proprietà intrinseche dei materiali estetici di ricostruzione. L’uso di dentifrici sbiancanti può causare cambiamenti di colore e rugosità di superficie dei materiali per restauri estetici, rendendoli più sogggetti alla deformazione, e influire sul successo clinici del restauro.
Effect of tooth-bleaching on the carbonate concentration in dental enamel by Raman spectroscopy
Vargas-Koudriavtsev T, Herrera-Sancho ÓA.
J Clin Exp Dent 2017 Jan 1;9(1):e101-e106.
Scopo Non ci sono molti studi riguardo la valutazione degli effetti sui trattamenti di superficie a livello molecolare. Lo scopo di questo studio in vitro è stato quello di analizzare la concentrazione di molecole di carbonato sullo smalto dentale usando lo spettro di Raman dopo l’applicazione in studio e a casa di agenti sbiancanti.
Materiali e metodi 60 denti umani sono stati divisi in maniera random in 6 gruppi e esposti a 3 gel sbiancanti domiciliari (Day White) e 3 agenti sbiancanti usato in studio odontoiatrico (Zoom! Whitespeed e Polaoffice) secondo le istruzioni. La concentrazione delle molecole di carbonato sullo smalto è stata misurata a priori e durante il trattamento usando lo spettroscopio di Raman. Le analisi statistiche hanno previsto misurazioni ripetute sulla variazione (p≤0.05) e comparazioni a coppie usando il metodo Bonferroni.
Risultati Gli agenti sbiancanti domiciliari hanno rappresentato una diminuzione delle molecole di carbonato. Questa diminuzione è stata statisticamente significativa per il gel sbiancante con una alta concentrazione di perossido di idrogeno (p≤0,05). Gli agenti sbiancanti utilizzati in studio hanno causato un incremento di molecole di carbonato, che è stata significativa in tutti e tre i gruppi (p≤0,05).
Conclusione I gel sbiancanti in studio sembrano incrementare il carbonato della struttura dello smalto, mentre gli agenti sbiancanti domiciliari hanno causato una perdita di carbonato.
In vitro evaluation of variances between real and declared concentration of hydrogen peroxide in various tooth-whitening products
Majeed A, Farooq I, Grobler SR, Moola MH.
Acta Odontol Scand 2015 Jul;73(5):387-90.
Scopo Lo scopo di questo studio in vitro è quello di analizzare la concentrazione reale di perossido di idrogeno (HP) in diversi dentifrici sbiancanti disponibili in commercio contenenti HP e/o perossido di carbammide (CP).
Materiali e metodi Sono stati esaminati 16 dentifrici sbiancanti disponibili in commercio contenenti diverse concentrazioni di CP o HP. I prodotti sono stati divisi in 4 gruppi: prodotti sbiancanti domiciliari usati sotto la supervisione del dentista (Gruppo 1, n=5), prodotti sbiancanti da usare in studio odontoiatrico (Gruppo 2, n=4), gli altri prodotti sbiancanti da banco (Gruppo 3, n=3) e dentifrici e collutori sbiancanti (Gruppo 4, n=4).
La concentrazione di perossido è stata determinata usando il metodo della titolazione di ossido-riduzione.
Tutti i reagenti usati nello studio erano di purezza analitica e preparati appena prima dell’esperimento.
Risultati Le concentrazioni di HP nei prodotti per lo sbiancamento domiciliare dietro supervisione dell’odontoiatra e in quelli per studio odontoiatrico oscillano tra 3.02-37.08% (oscillazione aspettata = 3-38%). La concentrazione di HP riguardo a tutti gli altri prodotti sbiancanti oscilla tra 1.24-5.57% (l’oscillazione aspettata non può essere stimata perché non viene indicata la concentrazione dei principi attivi). Tra i collutori e i dentifrici sbiancanti, il collutorio sbiancante Colgate Plax mostra più dell’1% di concentrazione di HP, mentre è stato più basso dell’0,05% negli altri dentifrici e collutori sbiancanti (il range aspettato non può essere stimato perché non è stato menzionato nessun principio attivo).
Conclusione La concentrazione di HP della maggior parte dei prodotti professionali sbiancanti è risultata diversa dalle concentrazioni aspettate, anche se la deviazione è stata bassa e la maggior parte dei prodotti era vicina alle concentrazioni aspettate. Non è stata fornita alcuna concentrazione dei principi attivi e non sono stati neanche per tutti gli altri prodotti sbiancanti.
Effect of bleaching agents on enamel surface of bovine teeth: A SEM study
Pimenta-Dutra AC, Albuquerque RC, Morgan LS, Pereira GM, Nunes E, Horta MC, Silveira FF
J Clin Exp Dent. 2017 Jan 1;9(1):e46-e50.
Scopo Questo studio mira a valutare i cambiamenti sulla superficie dello smalto di denti bovini dopo trattamento sbiancante con agenti esogeni: 10% di perossido di carbammide (gruppo 1), 16% di perossido di carbammide (gruppo 2), 35% di perossido di idrogeno attivato con luce LED (gruppo 3). Le valutazioni sono state effettuate al microscopio elettronico a scansione (SEM).
Materiali e metodi 90 denti bovini sono stati divisi in 5 gruppi (n=18).
Gli agenti sbiancanti 10% e 16% di perossido di carbammide sono stati applicati per 8 ore al giorno per 14 giorni consecutivi. Il terzo agente, quello attivato tramite LED contente il 35% di perossido di idrogeno, è stato usato per 4 volte a intervalli di 7 giorni. Per ogni singola volta sono state effettuate 3 applicazioni del prodotto per la durata di 10 minuti ciascuna. Come controlli positivi e negativi sono state utilizzate rispettivamente una soluzione di acido fosforico al 37% e saliva artificiale.
Risultati La valutazione, data dallo spettroscopio SEM, ha mostrato dei cambiamenti sulla superficie dello smalto dentale. Basandosi sul test statistico Mann_Whitney, i dati mostrano significanti differenze (p<0.05) tra i gruppi 1 e 2 e tra i gruppi 2 e 3. Nonostante ciò, non ci sono state significanti cambiamenti (p>0.05) osservati tra i gruppi 1 e 3.
Conclusione Basandosi su questi risultati, si può concludere che gli agenti sbiancanti possono causare cambiamenti nelle strutture dello smalto dentale e che questi cambiamenti sono correlati alla concentrazione e alla durata del contatto con la superficie del dente.
Effect of whitening toothpastes on dentin abrasion: An in vitro study
Vieira GH, Nogueira MB, Gaio EJ, Rosing CK, Santiago SL, Rego RO.
Oral Health Prev Dent. 2016; 14(6):547-553.
Scopo comparare l’effetto delle abrasioni da spazzolamento con uno sbiancamento a base di silice idratata e un normale dentifricio sulle dentine usando la profilometria di contatto.
Materiali e metodi 90 campioni di dentina (4 x 4 x 2mm) sono stati divisi in maniera random in 5 gruppi sperimentali (n= 18) in base al tipo di dentifricio utilizzato: 3 sbiancanti (W1, W2, W3) e 2 dentifrici normali (R1 e R2) prodotti da due differenti aziende. Usando una macchina per spazzolare, ogni campione è stato spazzolato con un continuo movimento di 300g per 2500 cicli (4,5 cicli/sec). Il dentifricio è stato diluito in una razione di 1:3 w/w (dentifricio: acqua distillata). La punta del pennello di diamante del profilometro si muove con una velocità costante di 0,05 mm/s con una forza di 0,7 mN.
Risultati Il risultato medio delle abrasioni da spazzolamento in μm (ovvero +/- SD) si ottiene dalle cinque misurazioni continue di ogni campione: W1= 8,86 +- 1,58, W2= 7.59 +- 1,04, W3= 8.27 +- 2,39, R1= 2,89 +- 1,05 e R2 = 2,94 +- 1,29. C’è stata una differenza significativa tra i gruppi (ANOVA, P<0,0001). Il test di Turkey Post-hoc per molteplici comparazioni, ha mostrato differenze tra tutti i dentifrici sbiancanti e quelli normali, ma non tra quelli sbiancanti né tra i dentifrici normali.
Conclusione I dentifrici sbiancanti testati possono causare un’abrasione dentinale maggiore rispetto ai dentifrici normali.