L’igienista dentale è una figura professionale “protagonista” del progresso nelle Scienze di Igiene Orale e nell’orientamento alla buona pratica clinica per migliorare e favorire la salute della popolazione attraverso la promozione dell’igiene orale e il miglioramento degli stili di vita. Credo che il nostro Paese mai come in questo momento abbia bisogno di crescita culturale e il lavoro svolto nelle Università con grande impegno dei docenti per la formazione di igienisti dentali preparati sia per la professione da espletare in ambito privato che nel pubblico e nella ricerca, lo dimostri ampiamente. Oltre alla Laurea Magistrale sono aumentate le offerte formative di Master, CAF e Corsi di perfezionamento sul territorio. È fondamentale, però, approfondire gli aspetti operativi della professione, identificando e puntualizzando gli ambiti di occupazione e le reali opportunità di lavoro offerte.
Da alcuni comunicati di odontoiatri italiani si legge l’allarme di un accaparramento di competenze da parte degli igienisti dentali. La “sindrome da poltrona vuota” e “l’abusivismo” sono allarmi che vanno vinti solo con la qualità di quanto, sia in ambito pubblico sia soprattutto in ambito privato, tutti noi del dentale riusciamo a esprimere, ognuno nel rispetto del proprio ruolo. In un clima di serena collaborazione, la condivisione tra le categorie diventa controllo di qualità. E una serena collaborazione è auspicabile anche tra le varie sigle di associazioni di igienisti dentali presenti sul territorio per difendere e tutelare gli interessi collettivi.
L’autonomia professionale è il tema più sentito anche a livello internazionale. Le norme europee sui curricula formativi e sulle competenze sono volte a un’armonizzazione tra i vari paesi dell’Unione. L’Olanda è tra le nazioni più avanti, con l’iter formativo di 4 anni, e nelle mansioni l’igienista ha la possibilità di fare anestesia e interventi di piccola conservativa. I paesi scandinavi (Svezia, Danimarca e Finlandia) hanno una buona autonomia, a differenza di paesi come la Germania, il Belgio e la Francia che non hanno la nostra figura professionale. Irlanda, Lettonia, Norvegia, Slovacchia, Polonia e Lituania esprimono l’iter formativo con diplomi. L’Italia è a norma sia per la parte didattica formativa che per il tirocinio tecnico-pratico, e nei lavori congressuali l’interscambio scientifico ha mostrato quanto la preparazione degli igienisti dentali italiani sia in linea con quanto dettato dalle evidenze scientifiche internazionali dedicate alla prevenzione. Del resto, la presenza nei board scientifici internazionali di valenti colleghi italiani, i premi vinti e gli inviti a eventi lo dimostrano. Lo scambio intellettuale e scientifico di protocolli operativi aggiornati è importante, poiché la ricerca sviluppa nuovi orizzonti di terapia sempre più “minimamente invasiva” e sempre più “intercettiva” per gli indici di rischio alla patologia orale. L’evoluzione delle tecnologie è una delle chiavi di lettura più importanti per comprendere la nostra evoluzione sociale e culturale e coinvolge numerose discipline, inoltre è al servizio di qualsiasi attività più o meno complessa: tutti ne siamo coinvolti. Credo fortemente che conoscere la tecnologia, per applicarla nel miglior modo possibile nella pratica clinica, possa determinare vantaggi enormi in termini qualitativi del lavoro e del servizio offerto al paziente. Utenti e soprattutto professionisti della cura e della salute del cavo orale devono conoscere in modo “approfondito” le tecnologie dedicate, devono cercare le evidenze scientifiche che le supportano, devono fare un attento confronto tra quanto divulgato dall’informazione e l’effettiva validità nella pratica clinica quotidiana. In tal senso il l Master di I livello “tecnologie Avanzate nelle Scienze di Igiene Orale” dell’Università Sapienza di Roma ha espresso un clima di vero e proprio “laboratorio formativo”, richiamando, in questi 6 anni, igienisti e odontoiatri da tutta Italia.
Per quanto riguarda l’utilizzo delle tecnologie, la legge tutela il cittadino poiché ogni tecnologia utile in prevenzione primaria e secondaria può e deve essere opportunamente usata dagli igienisti. In caso di dubbi le istituzioni competenti devono fare chiarezza. Nella didattica universitaria noi docenti siamo molto attenti nella scelta di ciò che serve alla formazione, perché la prevenzione è terapia!
È mia opinione che la passione per questo lavoro debba essere condivisa per essere vissuta con la gioia che merita. Per dare ai giovani la speranza di un futuro professionale basato su certezze, sarebbe opportuna la possibilità di un percorso accademico dedicato, con una valutazione per l’attività concorsuale specifica per le professioni sanitarie.
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